
Operazione Aeb-A2A, da Cesano Maderno il gruppo d’opposizione di Luca Bosio ricorda le perplessità sollevate in consiglio comunale e a distanza di due anni, alla luce di quanto sta accadendo con l’inchiesta in corso, torna a chiedersi: "Ma chi ce lo ha fatto fare?".
Il progetto di fusione Aeb-A2a arriva in consiglio comunale a Cesano Maderno tra la fine del 2019 e la primavera del 2020, anche se una distinzione rispetto ad altri comuni soci dell’azienda speciale di Seregno è d’obbligo e la fa lo stesso Luca Bosio: "I consiglieri comunali di Cesano Maderno non hanno mai votato per la fusione delle due società. Ma hanno avallato le operazioni prodromiche a questa operazione industriale". Proprio per questo, alla luce del Consiglio di Stato del 1 settembre 2021, che dichiarava illegittima l’operazione, tre settimane dopo, il 24 settembre, il gruppo Con Bosio per Cesano protocollava un ordine del giorno per chiedere all’allora sindaco Maurilio Longhin di riferire in consiglio "in merito all’attuale situazione, ai possibili futuri sviluppi ed alle potenziali conseguenze della (naufragata) operazione AeB-A2a, sia con riferimento al Comune di Cesano Maderno sia alla posizione di Assp, precisando, altresì, se siano o meno ravvisabili eventuali profili di responsabilità in capo ai Consiglieri comunali che avendo approvato, con il loro voto, le sopra richiamate delibere di Consiglio, hanno avallato un’operazione societaria e industriale da 450 milioni di euro, giudicata illegittima dalla giustizia amministrativa". Per questo motivo, oggi Bosio: "Al di là eventuali responsabilità personali degli amministratori che non ci competono, noi diamo un pessimo giudizio sulla responsabilità politica in questa operazione. Il Comune di Cesano ha dato un contributo fattivo a realizzare una operazione poi giudicata illegittima e ancora oggi non abbiamo capito perché lo ha fatto. Perché abbiamo messo dei soldi in Aeb? Ci era stato detto che l’operazione avrebbe consentito di ottenere le farmacie di Seregno in capo ad Assp, ma in realtà non se ne è fatto nulla, anzi la nostra Assp ha esercitato il diritto di recesso, per non incorrere nei rischi della Legge Madia e ne è nato un contenzioso sul valore delle quote, chiuso con un arbitrato a marzo che però non mi risulta sia stato ancora liquidato". Insomma, per Bosio una operazione "gestita malissimo e che ancora oggi non si è capito quali vantaggi avrebbe dovuto portare ai cittadini".