REDAZIONE MILANO

Juventus-Milan, Supercoppa in Arabia: settori vietati alle donne allo stadio

Polemiche di molti tifosi italiani. Poi, l'appello dell'assessore regionale De Corato al Milan "affinché si rifiuti di partecipare a questa competizione sportiva"

Dopo la finale del 2016, Juventus e Milan tornano a giocarsi la Supercoppa Italiana

Milano, 3 gennaio 2019 - Il 16 gennaio si assegna il primo trofeo della stagione: la Supercoppa Italiana. La finale fra Juventus e Milan verrà disputata al "King Abdullah Sports City Stadium” di Jeddah, città dell'Arabia Saudita, ma le donne non potranno andare allo stadio da sole.  Mercoledì, infatti, la Lega di serie A ha fornito tutti i dettagli per l'acquisto dei biglietti. Per assistere alla gara ci sono due categorie di biglietti: "I settori indicati come singles sono riservati agli uomini - si legge nel comunicato della Lega -, i settori indicati come families sono misti per uomini e donne". In buona sostanza, quindi, una parte di stadio sarà praticamente vietata alle donne, che in Aurabia Saudita possono assistere alle partite di calcio soltanto da gennaio scorso, quando è arrivato il via libera per loro.  

Il comunicato ha scatenato subito le polemiche dei molti tifosi italiani, alcuni dei quali già contrariati dalla decisione di giocare il match al King Abdullah Sports City Stadium di Gedda dopo che la scorsa edizione era stata disputata all’Olimpico di Roma. “La Seria A non prova vergogna nell’accettare che esistano settori dello stadio “riservati agli uomini”? Per 7 milioni di euro accetta regole contrarie alla nostra Costituzione”, scrive qualcuno su Twitter. “Benvenuti nel medioevo del calcio italiano”, cinguetta qualcun altro. 

Ma anche il mondo poitico non ci sta. "Comprare a suon di milioni di euro la realizzazione di uno dei maggiori appuntamenti calcistici italiani e il silenzio sui diritti civili violati in Arabia Saudita non è ammissibile", commentano Igor Boni e Andrea Maccango di +Europa Torino. E ancora: "Il comportamento di accondiscendenza della Lega calcio e dei due club interessati è da stigmatizzare profondamente. Chiediamo che in zona Cesarini ci sia un sussulto di dignità e la richiesta ufficiale che non si ponga alcuna limitazione alla partecipazione delle spettatrici donne". "Nessuno sconto a uno dei Paesi che si distingue per le violazioni dei diritti, quelli delle donne in particolare, per la pena di morte contro gli oppositori, responsabile dell'omicidio del giornalista Khashoggi. Anche lo sport - concludono i due - deve essere veicolo dei diritti".

Critiche anche dal vicepremier Matteo Salvini: "E' una tristezza, è una schifezza" che le donne possano comprare i biglietti della Supercoppa Juve-Milan, che si disputerà in Arabia Saudita, solo se la guarderanno da spalti separati e accompagnate da uomini. "Io quella partita non la guardo - aggiunge Salvini, che tifa Milan -. Dove sono le Boldrini e le femministe italiane?". E proprio la deputata di Liberi e Uguali Laura Boldrini cinguetta su Twitter: "Le donne alla Supercoppa Italiana vanno allo stadio solo se accompagnate dagli uomini. Ma stiamo scherzando? I signori del calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!". Stesso parere per Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che scrive su Facebook: "Supercoppa italiana Juve-Milan in Arabia Saudita. Le donne possono andare solo accompagnate nel settore famiglie, da sole no, perche' l'Islam non lo ammette. Quindi una donna italiana che volesse comprarsi il biglietto per vedere la partita da sola o con un gruppo di amiche, non puo' farlo. Ma che schifo e'? Abbiamo venduto secoli di civilta' europea e di battaglie per i diritti delle donne ai soldi dei sauditi? La Federcalcio blocchi subito questa vergogna assoluta e porti la Supercoppa in una nazione che non discrimina le nostre donne e i nostri valori".

Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e assessore a Sicurezza e Immigrazione di Regione Lombardia, lancia subito un appello "al Milan affinché si rifiuti di partecipare a questa competizione sportiva se le condizioni dentro e fuori dal campo resteranno invariate". Perché, dice De Corato, "come ha giustamente ricordato anche Giorgia Meloni, la mentalita' di queste persone stona con la nostra societa' e fa a cazzotti con la nostra storia. In Italia non possiamo fare finta di niente, solo perche' qualche miliardario ha deciso di sponsorizzare la partita e mettere in campo i suoi petroldollari. È decisamente vergognosa la considerazione che questi uomini hanno delle donne". Il Milan dunque valuti di non scendere in campo, insiste  De Corato: "Ci sono sacri principi e valori fondamentali che valgono ben piu' di una finale di Supercoppa italiana e che non possono essere ignorati o calpestati in nome del dio denaro. Qui la posta in gioco, la vera partita da vincere, e' quella contro le discriminazioni di cui le donne sono ancora vittime in certi paesi". 

Di "sussulti in zona Cesarini", però, per ora non c'è traccia. La stessa Lega di serie A, infatti, a polemica già scoppiata, ha esultato - in un'altra nota ufficiale - perché i biglietti "sono andati letteralmente a ruba, facendo registrare un dato di oltre 50mila tagliandi staccati in poche ore".