GIULIO MOLA
Sport

Tortu ci spera ancora: "Voglio i ‘miei’ Giochi"

"Limito le uscite per allenarmi, ma chi non deve andare alle Olimpiadi stia in casa. Io studio e ascolto vecchi vinili: ogni attimo va sfruttato"

Filippo Tortu

Milano, 17 marzo 2020 - Il ragazzo della porta accanto ascolta vecchi dischi impolverati, prepara esami universitari e fa sport. Soprattutto è preoccupato come tutti i suoi coetanei per quel che sta accadendo nel mondo e sconvolgendo le nostre abitudini. Il ragazzo più veloce del vento prova a far finta di nulla... Continua a custodire nel cassetto il suo sogno più bello e ad allenarsi come sempre, lontano dai riflettori senza sgarrare nel programma studiato con papà Salvino. Perché il ragazzo della porta accanto ha in testa solo le Olimpiadi estive, meraviglioso obiettivo di un ventunenne diventato precocemente fenomeno. Filippo Tortu, 9’99 sui 100 metri (primo e unico italiano ad abbattere il muro dei dieci secondi) non è solo un giovanotto brianzolo che ha scalato in fretta i gradini della notorietà, ma un campioncino già maturo a dispetto della giovane età. Con cui discutere di tutto.

Che idea si è fatto su quella che ormai è una vera e propria pandemia? "Non sono mai felice che ci sia qualcuno più veloce di me, figuriamoci questa volta. La verità è che all’inizio in molti, compreso il sottoscritto, abbiamo sottovalutato il problema, come sta avvenendo adesso in altri Paesi. Però nelle ultime due settimane, soprattutto da quando la situazione è diventata più grave, la stiamo gestendo nel modo migliore". In questo contesto come cambia la vita di Filippo ragazzo di 21 anni e Tortu campione di atletica? "Mi sono adattato alla sgradita “novità“. Più che la vita di atleta è cambiata quella di ragazzo. La palestra l’ho portata a casa, e siccome vivo nelle campagne brianzole riesco a svolgere più o meno gli stessi allenamenti anche dietro il cancello. Diciamo che da questo punto di vista non ho perso nulla per la preparazione. Invece la vita di ragazzo è cambiata, ma vedo comunque gli aspetti positivi: uno su tutti, il tempo da trascorrere in famiglia. In realtà già prima con mio padre mi vedevo tutto il giorno, ora sto più con mio fratello e la mia mamma, ed è una bella cosa". Da reclusi in casa il tempo non passa mai... "Ho trovato i modi giusti per occuparlo: a Natale ho avuto in regalo un giradischi, così ho rispolverato i vecchi vinili di mio padre e sistemato le casse godendomi la musica. Magari è un po’ datata, ma per me non ha età, che sia anni ’60, ’70 e ’80. E poi sotto con la matematica: voglio dare quanto prima l’esame visto che sono iscritto al terzo anno... c’è un prof che mi segue via Skype". A sentirla parlare sembra il figlio perfetto, quello che ogni genitore vorrebbe... "La ringrazio ma so che non è così. I miei hanno in casa me e mio fratello tutto il giorno e continuano ad accusare il colpo. Non erano abituati". Altra bella cosa che la riguarda: l’abbiamo vista sui social in una campagna ministeria le contro il Coronavirus... "Una bella iniziativa, “Distanti ma uniti“, cui abbiamo aderito io e alcuni sportivi con il ministro dello sport. Si rivolge ai ragazzi della mia età e l’obiettivo è quello di far passare il messaggio di rimanere a casa e osservare gli standard sanitari raccomandati". Eppure in t-shirt, calzoncini e scarpette i runner non si arrendono: vuol dirglielo lei che anche loro devono stare a casa? "Sicuramente sì. E’ essenziale che ognuno faccia il suo, anche i runner. Io ho cercato di ridurre al minimo le uscite per allenamenti e dovrebbero farlo tutti, soprattutto chi non sta preparando le Olimpiadi. Capisco anche le esigenze di volersi svagare, ma non è il momento: prima ci mettiamo in testa che si devono fare sacrifici, tutti insieme, e prima passa tutto". Purtroppo, però, ci sono anche i primi sportivi “positivi“ al virus... dai calciatori ai cestisti e non solo... "E’ la realtà. Noi sembriamo quelli invulnerabili, ma siamo uomini come tutti. Il mio corpo è sottoposto ad un continuo stress fisico e questo abbassa le difese immunitarie". Adesso si dovranno fare delle scelte anche sulle Olimpiadi: mancano poco più di 4 mesi, cosa può accadere? "Non saprei, ma è difficile immaginare che dopo 4 anni non ci sia un’altra Olimpiade. Per me sarebbe una tragedia se venisse rinviata, ma capirei il motivo". I Giochi smuovono affari per 6,4 miliardi di dollari. Troppi interessi in giro. C’è il rischio di Olimpiadi a porte chiuse... "Non saprei. Cerco di vedere il mondo dello sport e le Olimpiadi lontano da quello degli affari e del business. Poi è vero che incidono, immaginiamo il Giappone quanto possa aver investito. Però la salute viene prima di tutto". Lei come si sta preparando per questo appuntamento? "Fino a pochi giorni fa nel centro tecnico di Giussano, dopo il decreto nel parco dietro casa mia. Certo, dovremmo valutare come evolverà la situazione perché per un velocista la pista è importante, però mi alleno come se fosse tutto confermato da fine luglio ad agosto. Se ci saranno sarò pronto. Altrimenti sarò pronto in seguito". Un avvio di stagione all’aperto che potrebbe anche complicarsi... "Avrei dovuto gareggiare a metà maggio, c’è ancora tempo. La prima tappa di Diamond League a Doha o in Cina, sapremo presto se decideranno di rimandare tutto. E’ una stagione lunga, ad agosto ci sarebbero anche gli Europei a Parigi". Proviamo a fermare il tempo e a far finta che nulla sia accaduto: che Olimpiadi sogna? "Ho ottimi riscontri durante gli allenamenti, migliori dell’anno scorso e di due anni fa. L’obiettivo è la finale, sia nei 100 che con la staffetta e poi agli Europei punto alla medaglia. Certo, è una stagione molto ambiziosa". La preparazione invernale com’è andata? "Tutto bene. Un mese a Tenerife ad allenarci con la Nazionale, poi le gare indoor ad Ancona proprio nel weekend di febbraio in cui è scoppiato il caos. Era andato molto bene, con ottimi riscontri. Perciò sono molto fiducioso. E’ saltato solo il raduno di Formia dal 15 al 20 marzo". Sente di più di avere nelle gambe un grande tempo o è consapevole di poter lottare alla pari con i più forti? "Siamo molti per pochi posti. Bisogna concentrarsi su tutti i particolari, ogni millesimo fa la differenza. A volte con tempi alti arrivi in finale, altre volte nonostante un ottimo tempo rischi di stare fuori. E’ più da giocare sul fatto che psicologicamente devi “fare“ la gara per passare, ma non si possono fare calcoli". Si tolga un po’ di umiltà e provi a sognare. Ce la fa ad entrare nei primi tre della finale dei 100? "Se faccio un commento tecnico penso di no, da atleta dico di sì. Il sogno mio è quello".