Il Milan di Cardinale punta sull’Arabia: i petrodollari del fondo saudita per il nuovo stadio

Il Public Investment Fund (Pif) ha un patrimonio di 700 miliardi e grossi interessi in Europa. Riuscirà il numero uno di RedBird a convincere la famiglia Singer?

Jerry Cardinale insieme a Paolo Scaroni

Jerry Cardinale insieme a Paolo Scaroni

Milano, 7 marzo 2024 – Voci, smentite, depistaggi. Il futuro del Milan, societario e sportivo, è tutto da scrivere. Le certezze ad oggi sono poche (la telenovela su San Siro ne è la dimostrazione, con una nuova puntata prevista nella giornata di venerdì), le indiscrezioni, anche da ambienti finanziari e per questo attendibili, rafforzano l’idea che qualcosa possa succedere entro l’estate all’interno del club.

Per questo i “rumors“ riguardanti un serio interessamento del Public Investment Fund (Pif) dell’Arabia Saudita (un gigante con un patrimonio da 700 miliardi di dollari derivante dai proventi legati al petrolio) per le quote del club (addirittura si è ipotizzato una due diligence in corso) attirano addetti ai lavori e non.

Una cosa è sicura: Gerry Cardinale, assente a San Siro nella sfida di Europa League con lo Slavia Praga, mai ha negato i suoi viaggi in Asia (con o senza l’ad Giorgio Furlani) a caccia di investitori.

Petrodollari

Del resto ha un ufficio a Dubai appena aperto, uno ad Abu Dhabi e presto ne verrà inaugurato un terzo a Riyad. Ma nelle rarissime interviste rilasciate il numero uno di RedBird ha sempre parlato di "potenziali partner che potrebbero unirsi come sponsor o come soci nella costruzione dello stadio”.

Specificando a Calcio e Finanza: "Quel che è vero, però, è che bisogna tenere conto dei movimenti dell’economia globale e non c’è dubbio che in Medio Oriente c’è molta liquidità e disponibilità a investire nello sport”, In realtà le ultime voci sul futuro azionario del club e dello stesso Cardinale prospettano altri scenari, ovvero che l’investitore arabo entrerebbe nel Milan non direttamente al fianco di RedBird ma versando ad Elliott la parte mancante della cifra pattuita con Cardinale (550 milioni più gli interessi maturati che sono al 7%) prendendo in pegno le azioni rossonere.

Singer e Furlani

Ovviamente per far tutto questo occorrerebbe anche il consenso della famiglia Singer che a tutela dell’operazione hanno un esponente nel cda del club. "Noi lavoriamo per portare risultati per il Milan" - ha spiegato l'ad Furlani nel prepartita -Sono tutte speculazioni, non c'è nulla di vero".

E alla domanda sulla vociferata ricerca di nuovi soci ha tagliato corto: "Sono tutte speculazioni, non c'è nulla di vero. Ero con Cardinale a Londra. Invito tutti a vedere l'intervista in inglese: lui ha parlato di innovazione, di guardare avanti, di crescita, sono tutte cose belle. Noi lavoriamo per migliorarci".

Registrata dunque per dovere di cronaca la smentita di una delle fonti più vicine alla proprietà riguardo possibili colloqui tra RedBird e Pif e ricordando alcune esternazioni recenti dell’uomo d’affari americano ("Supporre che 18 mesi dopo aver acquisito il club con certe scelte io stia incontrando difficoltà è privo di fondamento, sono stato io a volere sottoscrivere il vendor loan con Elliott...”) va detto pure che nel caso in cui PIF volesse entrare in società con una simile operazione andrebbe a sbattere contro le regole sulle multiproprietà dell’Uefa.

Bisogna ora davvero capire cosa potrà succedere entro la fine di marzo e se davvero Pif stia puntando a entrare nel capitale azionario del Milan. Anche perché, un Fondo proveniente da quell’area asiatica può davvero accontentarsi di acquisire una quota minoritaria delle azioni del club?

In Europa

Va pure ricordato che tra gli altri settori di interesse del fondo saudita sono presenti investimenti di minoranza o partnership con altri gruppi finanziari. In Europa, il fondo sta esaminando diverse opportunità nel campo delle infrastrutture, avendo già acquisito nel novembre del 2023 il 25% dell’aeroporto di Heathrow a Londra con un investimento di 2,4 miliardi di sterline. Oltre alle infrastrutture, PIF mantiene un interesse significativo nell’immobiliare, nella tecnologia e nelle telecomunicazioni, altre aree chiave dell’ambizione del fondo saudita.

Mercato

Capitolo mercato infine. Mentre Furlani conferma di essere in totale accordo con Ibrahimovic ("Io e Zlatan lavoriamo in gruppo di lavoro. Lavoriamo in piena sintonia. Ibra porta tante competenze. E' stato un campione in campo e lo sarà anche fuori dal campo. Sono fortunato a lavorare con lui") c'è da capire come agirà la società. Prima si chiarirà il budget a disposizione per la prossima stagione, e prima ci si muoverà. Da mesi l’obiettivo principale dei rossoneri è un attaccante da 15-20 gol a stagione: da Zirkzee del Bologna (ma tutto passa attraverso il Bayern che ne controlla il cartellino) a Sesko del Lipsia. E poi David (Lille), fino a Gimenez (Feyenoord. Bisogna decidere su chi affondare il colpo, ma al tempo stesso si tratta con Giroud (a segno con lo Slavia Praga) per un rinnovo che non è così scontato, visto che il francese è corteggiato dalla MLS statunitense.

Per un mercato all’altezza non è esclusa una cessione eccellente, visti i mancati introiti dopo l’eliminazione dalla Champions: Theo Hernandez, Maignan e Leao i calciatori più corteggiati da Bayern Monaco e Psg, ma solo di fronte a proposte “indecenti“ (e comunque non inferiori ai 70-80 milioni) qualcuno dei big potrebbe partire. Esattamente come è accaduto a Tonali nella passata stagione.

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