
Rafael Leao si è fatto male dopo il gol: le sue condizioni saranno rivalutate a stretto giro
Milano, 17 agosto 2025 – Un Milan perentorio, senza sbavature, concreto, non senza bollicine. Allegri non stecca la prima e passa il turno di Coppa Italia contro il Bari: in gol Leao e Pulisic. Ai sedicesimi di finale, i rossoneri incroceranno il Lecce dell’ex Camarda. Ora, testa al campionato: sabato, sempre a San Siro, arriva la Cremonese. Intanto, 2-0 al Bari che torna a San Siro a 5.271 giorni dall’ultima volta: erano i tempi di Bortolo Mutti, di Rudolf e Cassano (rossonero) nel tabellino dall’1-1 finale. Erano e sono i tempi di Allegri. Prima-bis in tribuna, causa squalifica rimediata in bianconero nella finale vinta contro l’Atalanta (con gol di Vlahovic). Ossia nella notte della chiusura del suo secondo ciclo alla Juventus: la notte nella quale volarono giacca, cravatta e stracci con Giuntoli. Aria pesante, allora. Aria pesante, ancora, dalle parti della Sud. La scorsa stagione era finita con oltre 5mila persone davanti a Casa Milan: “Via tutti”, lo slogan ribadito allo stadio lasciato dopo pochi minuti in occasione dell’ultima giornata con il Monza. Questa, si apre con la rinnovata protesta per i provvedimenti seguiti all’inchiesta “Doppia Curva”, dal divieto dell’esposizione di striscioni coinvolti nell’inchiesta stessa alla recente black list: “A oggi nel regime autoritario imposto a San Siro non esiste la minima condizione che ci permetta di fare il tifo”, la nota. Silenzio assordante, la conseguenza. San Siro, comunque, risponde presente. Eccome: 71.061 spettatori in pieno agosto per il nuovo Diavolo. Nel pre-gara presentati i sette nuovi acquisti: Ricci, Estupiñan, Terracciano, Jashari, De Winter, Athekame e Modric (decibel altissimi per l’ex Real). In attesa del “numero nove alla Giroud” (Tare dixit), con le antenne drizzate in direzione Manchester e alla non convocazione di Rasmus Hojlund per il match perso dallo United contro l’Arsenal. Settimana decisiva per l’ex Atalanta. Così il ds: “Lui è una buona opzione, lo stiamo valutando, ma il mercato è imprevedibile. Vlahovic? Anche lui è un’opzione, un attaccante deve arrivare”. Intanto ci pensa alla svelta il nuovo Leao in versione centravanti: cross di Tomori, zuccata perentoria, 1-0. Altrettanto alla svelta, però, al portoghese tocca uscire per un problema al polpaccio. Allegri aveva chiesto una gara di responsabilità. Tant’è. Possesso orizzontale, aggressività, pochi tocchi, fiammate soventi targate soprattutto Loftus-Cheek, Fofana, Saelemaekers e Pulisic a sfiorare il bis (traversa dello statunitense). Il Bari, di fatto, la vede e poco e si vede solo con le sassate di Moncini e Sibilli: Maignan prima vigila, poi mette le mani. 13-3 per i rossoneri il conteggio, eloquente, dei tiri a fine primo tempo. Anche se il dato sulle conclusioni nello specchio si riduce a un 3-1 altrettanto eloquente. Tradotto: mira da registrare. Si riparte e la combinazione prolungata Gimenez-Pulisic porta subito al bis del numero 11. L’anno scorso aveva chiuso a 17 reti: ha riallacciato subito il filo del (bel) discorso. Il resto è gestione, più qualche guizzo. Scrosci di applausi per gli attesi Jashari e soprattutto Modric, in campo dal 20esimo della ripresa. I due cuciono insieme a centrocampo, con Fofana in appoggio a Gimenez, Musah e Saelemaekers a imperversare in corsia. Il tris è nell'aria, ma non arriva. Per questa sera, va benissimo anche così. Unica eccezione: l'infortunio, da valutare, di Leao. Per il resto, segnali di rinascita. Ciò che più conta, con un anno alle spalle da cancellare.
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