
Simone Casali (a destra) insieme alla leggenda biancorossa Mike D'Antoni
Milano, 2 ottobre 2014 – E' uno dei volti “nuovi” della pallacanestro italiana Simone Casali, fresco di promozione in casa Olimpia Milano dal ruolo di team manager a quello di general manager, dopo i primi due anni passati da responsabile scouting. Sua, almeno dal punto di vista umano, la mano che lo scorso anno ha contribuito a spingere giocatori come Curtis Jerrels in una strepitosa parabola ascendente, pur dopo un avvio balbettante; e sempre suo, stando a quanto dichiarato dallo stesso gruppo Ultras Milano, l'intervento che ha portato al recente riavvicinamento tra Olimpia EA7 Milano e tifoseria organizzata, seppellendo l'ascia di guerra dopo la rottura dello scorso anno. Eppure anche ora, dopo la promozione che lo porta a essere uno dei più giovani general manager del basket nostrano, a soli 31 anni e per giunta nella società campione d'Italia, Casali non sembra proprio avere intenzione di fermarsi.
Come ci si sente nelle nuove vesti da general manager? "E' stata una sorpresa, graditissima ovviamente, ma davvero inaspettata e che mi riempie di orgoglio. Ringrazio la società, il nuovo presidente Flavio Portaluppi e il “vecchio”, Livio Proli, per avermi dato la possibilità di proseguire sulla strada intrapresa in questi ultimi anni".
Da team manager ha contribuito a far rendere al meglio molti giocatori, i tifosi contestano la società ma con lei sono disposti a parlare, e perfino a firmare una tregua... Qual è il suo segreto? "Cominciamo col dire che nel rapporto coi giocatori partivo forse avvantaggiato dall'età. Con molti di loro siamo quasi coetanei, spesso condividiamo interessi e opinioni anche al di fuori del campo e quindi credo possa essere un po' più semplice per me andare a interpretare anche certe dinamiche legate al loro rendimento. Ma a parte questo, il segreto sta anche e soprattutto nell'essere circondato da uno staff molto valido, pronto a farsi in quattro per la squadra. Per il resto invece mi limiterei a dire che abbiamo cercato di lavorare tutti per il bene dell'Olimpia, evitando di creare tensioni inutili per permettere alla squadra di rendere al meglio".
Passando al basket giocato, sabato 5 ottobre si comincia a fare sul serio con la Supercoppa: cosa si aspetta da questa nuova formula a 4 squadre? "Molti di noi noi non hanno mai giocato la Supercoppa, e anche per i vari Luca Banchi e Daniel Hackett (quest'ultimo nominato, l'anno scorso con Siena, Mvp della competizione, ndr) sarà un'esperienza nuova. Le difficoltà saranno tante, prima di tutto dovremo spalmare tensione e fatiche su due giorni anzichè su uno solo, poi trattandosi del primo appuntamento vero dell'anno dovremo essere bravi a inserire i nuovi acquisti, e di sicuro le energie non potranno essere al 100%. Certo, il discorso vale per tutti, e proprio per questo credo non sia semplice fare pronostici, anche se il nostro obiettivo è uno solo".
Pensando al campionato invece, ci sono state grosse evoluzioni: da un lato è scomparsa Siena, dall'altro però tutte le altre squadre sono cresciute molto. Che tipo di stagione dobbiamo aspettarci? "Senza dubbio una stagione molto interessante. E tirata. Reggio si è rafforzata davvero parecchio, creando un roster di alto livello sia per qualità che per esperienza. Anche Sassari però, che potremmo affrontare già in Supercoppa, è una squadra profondamente rinnovata e costruita per giocarsela anche in Eurolega. Personalmente però vedo molto bene anche Cantù e Venezia: col blocco ex Siena e Phil Goss i lagunari in particolare hanno creato un gruppo davvero interessante, e calcolando che non avranno impegni europei credo potranno dire la loro fin da subito in questa regular season. C'è stato un mercato molto frizzante da parte di tutte le società insomma, che sono andate a pescare anche molti giovani talenti dai college. Ecco perché è difficile fare previsioni, l'unica cosa di cui sono certo è che ci saranno molte sorprese".
Poi ci sono i cugini di Varese... rinnovati sì, ma con grosse difficoltà, almeno guardando a questa pre-season "Varese è una squadra completamente ricostruita, e mi sembra che la società abbia fatto il massimo sul mercato, ottimizzando il più possibile le proprie risorse. In panchina hanno scelto un uomo come Gianmarco Pozzecco, esordiente ma che pure è stato in grado di portare fin da subito grande entusiasmo in tutto l'ambiente. Se dovessi scommettere direi che vedo una squadra molto probabilmente fuori dalla lotta scudetto, anche se sono convinto che sapranno fare paura a molti e soprattutto con l'andare della stagione, una volta che il gruppo si sarà bene amalgamato".
gabriele.gabbini@ilgiorno.net