di Gabriele Gabbini

Milano, 11 febbraio 2014 – “Volevamo che la squadra sentisse la nostra profonda delusione. Sono passati troppi anni con una squadra carro armato sulla carta che poi però, sul campo, si scioglieva come neve al sole. Ora basta, vogliamo tornare grandi”. Una protesta, quella degli Ultras Milano, dalla doppia faccia. Da un lato la cocente delusione per l’ennesimo trofeo che sembrava già essere finito nella bacheca dell’EA7 e che poi, invece, è scivolato via alla prima difficoltà; dall’altro però, c’è l’attacco a una squadra che, oggettivamente, sta dimostrando di essere ben altra cosa rispetto a quanto visto negli ultimi, buissimi, 17 anni: primo posto in classifica, in coabitazione con Brindisi, terzi in Eurolega dietro soltanto a due colossi come Barcellona e Panathinaikos, ma soprattutto un gruppo che ha spesso saputo mostrare sul campo quella grinta e cattiveria agonistica che Milano da tempo aspettava: “Ci rendiamo conto del momento inopportuno – spiegano i tifosi, fuori dalla palestra del Lido di Milano – ma siamo rimasti zitti per troppo tempo e quando abbiamo visto la sconfitta di Sassari, con giocatori che sembravano aver mollato il colpo, non ce l’abbiamo fatta più. Ci aspettavamo delle scuse – continuano -, invece abbiamo ottenuto solo banali giustificazioni, per giunta da persone da cui ci speravamo di vedere un atteggiamento diverso”. Capitan Alessandro Gentile e Luca Banchi sul tavolo degli imputati, ma con loro è tutta la squadra a finire nel mirino degli ultras. Il prossimo passo? Per cominciare, tifo sospeso. “Ma non è una punizione – spiega Ivan, il portavoce -, anzi il nostro obiettivo è quello di compiere un’azione propositiva: se vedremo un atteggiamento diverso a quello messo in campo in Coppa Italia, saremo i primi a lottare insieme alla squadra e a sostenerla, ma ci devono meritare”.

Respinte invece, e nettamente, in casa Olimpia le accuse di non essersi impegnati a fondo in Coppa Italia, a partire proprio dal numero uno Livio Proli: “E’ ingiusto – replica il presidente dell’EA7 – dire che questi ragazzi non danno tutto quello che hanno sul campo. Li ho visti allenarsi a Natale, a Capodanno, chi ha partecipato all’Europeo in Slovenia non ha avuto nemmeno l’estate per rifiatare. Rispetto ogni forma di protesta, ma a questi tifosi contesto i modi, troppo ruvidi per dei ragazzi che sudano su questo parquet quasi senza sosta”. Comprensibile, invece , la cocente delusione per una partita persa dopo un vantaggio che era arrivato a toccare anche quota 14 punti: “Sì, la capisco eccome – spiega Proli – per due giorni non volevo nemmeno alzarmi dal divano tanto ero amareggiato. Hanno commesso senza dubbio un errore – aggiunge - pensando dopo l’intervallo di avere già la partita in mano. Ma l’abbiamo pagato caro, e di certo abbiamo imparato la lezione”.

Per quanto riguarda il mercato invece, c’è aria di addio tra Angelo Gigli e l’EA7 Milano. Il lungo sbarcato all’ombra della Madonnina in questa stagione non ha infatti mai trovato continuità e, dopo l’infortunio che lo ha costretto anche a saltare gli Europei di Slovenia starebbe cercando una squadra che gli garantisca più minuti in campo per ritrovare la giusta forma. La meta prescelta, con tutta probabilità, sarà Reggio Emilia.