Festa Milan, caroselli, fuochi d’artificio, sfottò. Oggi il bus scoperto: ecco il percorso

In 40mila in piazza Duomo. Alcuni tifosi all’assalto del palco di Radio Italia: bottiglie contro le forze dell’ordine

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Il boato percorre come un brivido piazza Duomo che si sta stipando stipa fino a trentamila, poi a quarantamila persone, ed esplode al fischio dell’arbitro al Mapei Stadium di Reggio Emilia: fuochi d’artificio, i fumogeni avvolgono la statua equestre di Vittorio Emanuele arrampicata di tifosi rossoneri. E salta fuori anche lo striscione a forma di scudetto numero 19, che pareggia il conto coi cugini dell’Inter e regala ai seguaci del Diavolo la prima notte di festa dopo un digiuno di undici anni. L

a scaramanzia ostentata per l’intera settimana si era già sciolta al 17 esimo, col gol di Giroud, il primo clacson in corso Buenos Aires e l’urlo dei cinquemila che erano già in Duomo, concentrai inizialmente davanti alla Galleria perché il sagrato era transennato come il megapalco del concerto di Radio Italia. Che ore dopo, intorno alle 21.20, subirà un tentativo d’assalto con lanci di oggetti e bottiglie contro le forze dell’ordine: sarà colpito al torace un funzionario di polizia.

Appena dopo le 18.30 i Diavoli han già rifilato al Sassuolo altri due gol, e il Duomo è un tripudio di cori e sfottò ai cugini interisti; lo striscione "Spiaze" sventola incurante dello scatto d’orgoglio della Beneamata che a San Siro segna tre reti alla Samp. Non basta, e proprio nel dodicesimo anniversario del triplete nerazzurro il Milan scippa lo scudetto all’Inter, chiudendo un estenuante derby per procura che si protrae da quasi un mese: dalla sconfitta dell’Inter in trasferta a Bologna, quando i Diavoli cominciarono a credere di poter restituire la sberla ricevuta 57 anni fa.

Nel 1965 era stata l’Inter a laurearsi campione d’Italia davanti al Milan all’ultima giornata, ma all’epoca erano anche stati i nerazzurri del mago Herrera ad arrivarci da capolista. Ieri, sempre nella fatale Emilia, la vittoria è stata dei rossoneri di "Pioli is on fire". Così, mentre gli interisti rincasavano con le facce lunghe da San Siro e silenziavano le chat, i cugini squadernavano i loro vessilli per tutta la città, da piazza Castello al Sempione, dalle circonvallazioni alla Darsena, e in seimila davanti a Casa Milan, dove la squadra era attesa al rientro da Reggio Emilia. Tutti luoghi sorvegliati dal presidio preparato dalla Questura, con un posto di comando interforze in piazzetta Reale. Perché era lì, come prevedibile, il cuore della festa, anche senza il fantomatico maxischermo sul quale s’è consumata una polemica politica abbastanza surreale (chi poteva richiederlo, e cioè il Milan, non l’ha mai fatto ufficialmente) che nemmeno la tensione pre-partite è riuscita a placare, con un duro botta e risposta tra il leader della Lega (e milanista) Matteo Salvini e il sindaco (interista) Beppe Sala.

Accuse incrociate di cui è importato pochissimo ai milanisti che in piazza Duomo hanno seguito la partita sui telefonini, alcuni arrampicandosi sui bagni chimici lasciati dalla kermesse, più volte allontanati dalla forze dell’ordine mentre gli operai li smontavano in diretta. E sempre in Duomo stasera si concluderà la festa-bis dei rossoneri, quella ufficiale: la squadra saluterà i tifosi alle 18 a Casa Milan (in via Aldo Rossi 8), poi partirà in parata col bus scoperto. Il percorso: viale Scarampo, viale Certosa, corso Sempione, viale Alemagna, via Paleocapa, Cadorna, via Broletto, Cordusio, Duomo.

 

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