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Il Faraone si riprende il Milan, El Shaarawy favorito su Menez

Inzaghi: "Il 4-3-3 è per lui, lo stimo". Stasera i rossoneri in campo a San Siro contro il Chievo di Giulio Mola

El Shaarawy esulta dopo un gol (Ansa)

Milano, 4 ottobre 2014 - Dopo Empoli e Cesena, ecco un’altra rappresentante del sano calcio di provincia sulla strada del Milan: è il Chievo dell’ex Paloschi (indicato come l’erede di Inzaghi, di cui è grande amico: «L’avrei tenuto...», ammette l’allenatore), ospite stasera a San Siro. Per i rossoneri è già un test-verità dopo tre settimane di digiuno: chi pensava che Abbiati e soci facessero un sol boccone delle “piccole del campionato” (filotto di tre successi in tre partite) si è dovuto ricredere. Perché in Toscana e in Romagna il Milan ha dovuto sempre inseguire e alla fine ha portato a casa in tutto appena due punti. Battere i veronesi è perciò un obbligo, per assestarsi a quota 11 in classifica prima della sosta.

Ma sarà, quella di stasera, l’occasione buona per il debutto da titolare di Torres in casa. E per capire qualcosa in più sul mistero-El Shaarawy, così bene all’esordio e poi finito in un angolo. Il Faraone contende una maglia a Menez, di cui è stato annunciato il recupero-lampo: «Il francese sta bene — dice subito l’allenatore —. El Shaarawy? Il mio 4-3-3 iniziale era stato ideato per esaltare le sue capacità. Io lo stimo, l’ho fatto giocare con la Juventus, poi nelle ultime due partite eravamo in tanti e ho fatto delle scelte». Come di solito accade il venerdì dall’inizio della stagione, anche ieri Berlusconi è stato a Milanello. Ha pranzato con Galliani e Inzaghi prima del consueto sermoncino alla squadra (che gli ha regalato per il compleanno appena passato la foto di gruppo in cornice d’argento), per poi seguire la rifinitura. «Accetto il dono molto volentieri, a casa ho in una stanza tutti i regali che mi hanno fatto i giocatori del Milan in questi 30 anni. Siete elegantissimi con dietro Casa Milan che è la sede di una società di calcio più bella al mondo. La metterò in grande visibilità da me».

di Giulio Mola