Dalla strada allo schermo: storia del magico Alessandro Parabiaghi

L’irrestistible ascesa di Ale Parabiaghi da lunedì 31 novembre in tv con i suoi giochi di prestigio

Alessandro Parabiaghi milanese doc  e mago per passione  lungo il Naviglio Al centro il giovane con le carte Sotto Raul Cremona, il suo maestro

Alessandro Parabiaghi milanese doc e mago per passione lungo il Naviglio Al centro il giovane con le carte Sotto Raul Cremona, il suo maestro

Milano, 30 ottobre 2016 - Ha soltanto 21 anni Alessandro Parabiaghi, il giovane mago milanese (di Cinisello Balsamo) che conduce la nuova trasmissione di magia “Street of magic” in onda dalla sera di Halloween (ore 20,50) sul canale Super (dt canale 47) per 7 puntate.

Ventun anni e già mago affermato. Come hai cominciato?

«Fin da piccolo ero affascinato da un gioco che faceva mio padre, il classico trucco della monetina che compare e riappare dietro l’orecchio. Trucco che, peraltro, mio padre non mi ha mai svelato. Poi, a 15 anni, sono andato a una fiera di modellismo e in un angolo c’era un mago che faceva una serie di giochi di prestigio. Sono rimasto lì 3 o 4 ore vedendoli molte volte, e naturalmente senza capirne nemmeno uno. Ma ho avvertito una tale emozione, un tale stupore, che ho deciso che dovevo farla provare a mia volta agli amici. Ho poi avuto la fortuna di incontrare Raul Cremona al Clam (Club amici della magia) che mi ha aiutato e supportato».

Oggi la magia di strada è un genere molto in voga (vedi anche i film di “Now you see me”). Che differenza c’è con gli spettacoli classici in teatro?

«Sono due mondi molto differenti. Nella magia di strada non è il pubblico che va dal mago, ma il mago che va da loro, in ogni luogo. Incontri gente che magari non è interessata alla magia, che non sarebbe mai andata a vedere uno spettacolo, e magari qualcuno cambia idea. Le persone restano stupite perché vai da loro e gli offri uno spettacolo gratis».

Gratis, appunto: chi te lo fa fare?

«Ho un canale Youtube con 360mila follower. La notorietà sul web ti porta ad avere molti contatti magari con aziende che organizzano convention o, come in questo caso, con televisioni.»

La magia in strada è più difficile, per via del contatto diretto con il pubblico?

«Chiunque può prendere un mazzo di carte ed esibirsi in strada. In teatro è molto più difficile fare uno show dignitoso, oltre al gioco vero e proprio bisogna saper gestire la voce, lo spazio, lo sguardo...»

Le puntate della trasmissione sono tutte ambientate a Milano e dintorni?

«Tutte tranne la prima, che si svolge sul lago di Loch Ness. Queste sono le location: una palestra, una pasticceria, un maneggio a Melegnano, al teatro Sylvestrianum ospiti i Dear Jack, una caserma dei pompieri, infine una corsa in bici tra i palazzi di Milano».

Oggi la magia è sbarcata anche sul web. Quali sono le conseguenze?

«Purtroppo ci sono molti filmati che spiegano alcuni trucchi, e io non sono per niente contento, infatti non l’ho mai fatto. In questo modo si perde il fascino del mistero, e quindi la meraviglia».

Chi sono i tuoi modelli?

«David Copperfield è sicuramente un modello assoluto. Ma per me la figura di Raul Cremona è stata estremamente importante, mi ha accompagnato lungo la mia strada e mi ha sempre incoraggiato e aiutato».

Hai mai inventato qualche numero?

«L’80% li ho riadattati. Non si tratta tanto di inventare un trucco nuovo, quanto la sua presentazione. La presentazione vale il 90% dell’effetto, la gente non ti ricorda tanto per la magia, quanto per quello che sei capace di raccontare».

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