Milano – Uno è “Fili” e l’altro “Fra”. Ma la complicità con cui scivolano nelle risposte dell’altro lascia sempre aperta la porta al dubbio se Nek spenda quel nomignolo per Renga come abbreviativo di “Francesco” o di “fratello”, visto che due festival di Sanremo, un album e due anni di tournée hanno finito per corroborare nella coppia un legame di stampo quasi familiare. Per fortunati che siano, tutti i sodalizi di questo stampo hanno però una fine e quella di RengaNek è segnata in rosso il 13 ottobre sul palco dell’Oceana Theater di New York dopo un giro d’onore nei teatri che li vede in scena agli Arcimboldi per quattro notti tra il 23 e il 27 settembre. "Inizialmente avremmo dovuto trovarci all’Arena di Verona per un unico show in cui celebrare i trent’anni di carriera miei e i quaranta di Fra" ricorda Filippo “Nek” Neviani, 52 anni. "Poi la cosa c’è sfuggita di mano".
Dopo un anno di tour potevate sentirvi soddisfatti.
Renga: "Già, ma in estate, in Puglia, tra una serie di concerti e l’altra, c’è arrivata a bordo piscina la telefonata di Amadeus con la richiesta di un pezzo per Sanremo. Abbiamo preso tempo per vedere se tra i brani che stavamo mettendo da parte per i rispettivi album solisti che n’era uno idoneo ad essere condiviso. È saltata fuori ‘Pazzo di te’ e la macchina è ripartita".
Stavolta però si chiude.
Nek: "Sì, non prima però di esserci divertiti come si deve in questi ultimi dieci concerti a Milano, Bologna, Roma e New York".
Renga: "Un po’ di melanconia c’è, inutile negarlo".
Nek: "Sì, ma anche una gran felicità per come sono andate le cose. Onestamente, non era poi scontato che potessimo andare avanti così a lungo, affrontando addirittura un Sanremo da ospiti e uno in gara. Avendo diversi punti in comune, ma percorsi musicali differenti, pure la piena intesa non era poi così sicura. E invece…".
Cosa vi ha sorpreso lungo il cammino?
Nek: "L’affetto della gente. In alcuni concerti abbiamo richiamato anche 15 mila persone, rimaste lì ad ascoltarci e a cantare dall’inizio alla fine".
Renga: "Nel bis ringraziamo il pubblico per regalarci ancora, dopo così tanto tempo, la libertà di fare quel che ci pare fregandocene di quelli che sono i trend del momento".
Nek: "Prendi l’ultimo singolo. Anche se in certi ambienti è stato un po’ snobbato, abbiamo potuto pubblicare un brano a suo modo particolare come ‘Dolcevita’ proprio perché il pubblico in tutti questi anni ci ha dato la fiducia di farlo".
In uno spettacolo come il vostro per evitare la routine occorre una bella dose di divertimento. Da dove nasce?
Nek: "Dall’happening. Un classico è Fra che si scorda i testi delle canzoni, ma anche io che quando suono il basso penso allo strumento e mi dimentico di cantare le mie parti".
Renga: "Quando Filippo imbraccia il suo basso tutto il resto scompare, non gliene frega più nulla di me o della canzone. Ah, un’altra (bella) sorpresa delle ultime date estive è stato il ritorno del lancio dei reggiseni sul palco".
Tutto molto rock’n’roll. Lei Nek due anni fa ha fatto il punto sui suoi 30 anni di palcoscenico con l’antologia “5030”. Voltata pagina, da dove pensa di ripartire?
Nek: "Dal minimalismo. C’è un momento dello spettacolo in cui con Francesco rivanghiamo alcuni nostri vecchi pezzi compresa ‘Senza vento’ dei Timoria. Anche se abbiamo alle spalle una band di sette elementi in quel momento rimangono solo basso, chitare e batteria. Ecco, mi piacerebbe ricominciare da quello spirito lì".
Lei, Renga, ha inciso il suo ultimo album “L’altra metà” addirittura nel 2019.
"Io riprendo da dove ho lasciato cinque anni fa, con l’occhio puntato su quel che mi accade attorno guidato da un pensiero, non lontano da quello di Filippo, rivolto all’essenza e alle radici. L’esperienza del tour in corso è servita anche a riappropriarmi di quel modo di approcciare la musica".
Il 13 ottobre a Brooklyn si chiude.
Nek: "Serata carica di emozione. Anche se si tratta di un arrivederci, non certo di un addio. Il mestiere, infatti, mi ha insegnato che fra due amici la scintilla può sempre tornare".
L’evento sarà presentato da Pupo.
Renga: "Già. Hai visto mai che l’anno prossimo partiamo in trio pure con lui?".