Il Governo taglia alla Regione i fondi per ridurre lo smog. Alparone: ma a noi servono

Il vicepresidente lombardo sottolinea la procedura d’infrazione europea. Il Pd in rivolta: assurdo togliere 40 milioni di euro alla regione più inquinata

Marco Alparone (Fratelli d’Italia) vicepresidente della Regione Lombardia con delega al Bilancio ieri audito dalla Camera

Marco Alparone (Fratelli d’Italia) vicepresidente della Regione Lombardia con delega al Bilancio ieri audito dalla Camera

Milano – Marco Alparone , vicepresidente della Regione Lombardia con delega al Bilancio, chiede al Governo il ripristino dei fondi utili a contrastrare l’inquinamento atmosferico e a rispondere alla procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea proprio per la cattiva qualità dell’aria nella pianura padana. I fondi reclamata da Alparone erano inizialmente inclusi tra quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ma sono poi stati tagliati proprio dal Governo, che ha rivisto e rimodulato il Piano. Una richiesta tutta interna a Fratelli d’Italia, partito nel quale militano il vicepresidente lombardo e la presidente del Consiglio.

"Quanto al definanziamento di alcuni interventi a valere sul Fondo Sviluppo Coesione mi preme sottolineare in particolar modo il tema leg ato ad alcune risorse che erano state messe sul tema della qualità dell’aria – ha sottolineato Alparone ieri pomeriggio durante la sua audizione alla Commissione Bilancio della Camera in qualità di rappresentante della Conferenza Stato-Regioni –. Erano risorse importanti perché rispondevano anche alla richiesta di infrazione europea che noi abbiamo e, quindi, agli interventi che intendevamo mettere in campo per rispondere a questa procedura di infrazione. È ovvio che il definanziamento di quella misura pone le Regioni del bacino padano ma anche il Governo stesso, che è responsabile della procedura di infrazione quanto noi, nella difficoltà di poter esprimere quali sono i percorsi che stiamo facendo, quindi riponiamo particolare attenzione sul rimettere queste risorse proprio pe r rispondere alla stessa Comunità Europea sul tema della qualità dell’aria".

Parole che innescano la reazione del Pd. "Gravissima la scelta del Governo di definanziare gli interventi contro l’inquinamento dell’aria nella pianura padana – commenta Silvia Roggiani, deputata e segretaria regionale dei Dem –. Un decisione che rischia di creare seri danni all’ambiente e che potrebbe avere conseguenze negative sulla salute delle persone e sull’economia della regione. Spiace constatare l’ennesimo passo indietro della destra sulle misure a tutela della qualità dell’aria, con il rischio di danneggiare gli ecosistemi e di compromettere la biodiversità. Governo e Regione Lombardia tentano di ostacolare la direttiva dell’Unione Europea che punta a migliorare la qualità dell’aria con limiti stringenti. Mentre la Lombardia chiede deroghe in tema ambientale il Governo, con una scelta altrettanto irresponsabile, cancella un intervento che per la Lombardia è fondamentale. Un’altra scelta contro la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini".

"Nella regione più inquinata di Europa il Governo decide di tagliare le risorse per le politiche della qualità dell’aria. Una decisione miope e dannosa per la salute dei cittadini – dichiarano a a loro volta i consiglieri regionali Democratici, Miriam Cominelli e Matteo Piloni, componenti delle commissioni Ambiente e Pnrr del Pirellone, che quantificano il taglio in 40 milioni di euro –. Nemmeno un anno fa oltre 14mila medici, tra neonatologi e pediatri, lanciavano un appello alle istituzioni e alla politica per chiedere misure per contrastare l’inquinamento, principale causa di malattie dei bambini. Tre settimane fa le file dai pediatri erano interminabili a causa della pessima qualità dell’aria nella nostra regione, una settimana fa abbiamo chiesto un Consiglio regionale straordinario per chiedere al Governo lo stato di emergenza e la Giunta di Attilio Fontana rispondeva che non era necessario. Ora scopriamo che addirittura il Governo taglia quelle risorse che già erano state destinate a rispondere almeno alla procedura di infrazione richiesta dalla comunità europea. E Fontana non ha niente da dire?".

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