
Kerry Kennedy a Milano
Milano, 3 novembre 2016 - Non ci sono dubbi sulla vittoria di Hillary Clinton alle presidenziali Usa dell'8 novembre, secondo la figlia di Bob Kennedy, Kerry, alla guida del Robert F. Kennedy Human Rights. Ne ha parlato prima del gala organizzato questa sera a Milano dall'organizzazione no profit in occasione del decimo anniversario della presenza in Italia. È preoccupata per il testa a testa degli ultimi sondaggi? Le è stato chiesto. «Se guardiamo alle elezioni degli ultimi 20-30 anni - ha detto l'esponente della nota famiglia democratica Usa - i sondaggi hanno sempre previsto un risultato molto, molto vicino tra i due contendenti, non è una grande sorpresa. Ma se si guarda ai professionisti la maggioranza dice altro, il New York Times oggi stima all'87% le probabilità di una vittoria di Hillary Clinton», grazie al miglior lavoro fatto collegio per collegio. Se non vincesse? «Tutte le persone che conosco si trasferiranno in Italia - ha scherzato Kennedy -. Certo, abbiamo bisogno che si vada a votare, ma alla fine lei vincerà».
Clinton poi «avrà bisogno di vincere al Senato e alla Camera - afferma ancora Kerry Kennedy -, al Senato sembra impossibile, alla Camera i sondaggi sono al testa a testa», ma è importante per poter decidere al Congresso. Il punto è che Donald Trump fa presa «su sentimenti molto forti di paura, rabbia, odio - spiega -, cui fanno eco gruppi neonazisti, antisemiti, anti immigrazione. Dobbiamo trovare un modo di raggiungere le persone che si sentono emarginate, arrabbiate, deluse e portarle al voto. Far sentire loro che hanno un ruolo nella democrazia, e dar loro fiducia nel futuro». L'organizzazione no profit ha consegnato il Robert Kennedy Award all'imprenditore Enzo Manes, alla presenza di vari esponenti del mondo finanziario milanese. Venerdì 4 novembre premia il medico di Lampedusa Pietro Bartolo.