Milano – Attilio Fontana lo ha voluto sottolineare anche ieri, a Palazzo Lombardia, nel corso degli Stati Generali del Patto per lo sviluppo: "L’acquisizione della maggioranza di Trenord consentirebbe di creare un cluster lombardo dei trasporti che possa ambire ad essere un player internazionale". Già ad aprile, in occasione di un evento del palinsesto del G7 dei Trasporti, il presidente della Regione si era soffermato sulla necessità di affrancarsi dalla governance duale nella quale versa l’azienda ferroviaria lombarda, il cui board è equamente diviso tra il Gruppo Ferrovie dello Stato, per il tramite di Trenitalia, e la stessa Regione, per il tramite di FNM Spa. I due accenni di Fontana, nel breve volgere di altrettanti mesi, fanno una prova: la Regione vuole accelerare.
Questo non significa che l’operazione sarà messa a segno domani, ma la volontà – confermano dallo staff ristretto del governatore lombardo – è acquisire la maggioranza "entro la fine del mandato", quindi entro tre anni e mezzo. Non domani, appunto. Ma non si è nemmeno più alle ipotesi di scuola: ora l’acquisizione della maggioranza di Trenord sarà formalizzata nel Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR), lo stesso documento al quale ha fatto riferimento ieri Fontana. Come forse si ricorderà, ad aprile Luigi Ferraris, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, aveva replicato alla sollecitazione del governatore con un "se ne può parlare, ma nei tavoli giusti".
Parole caute ma possibiliste. Ferraris, però, è in scadenza e si è in attesa di capire se il suo mandato sarà o no prorogato. In ogni caso in Regione sanno che prima di entrare nel vivo del discorso bisognerà attendere di avere come interlocutore un amministratore delegato nel pieno delle sue funzioni. E sanno anche di poter contare su un ministro – quello alle Infrastrutture e aiTrasporti, vale a dire Matteo Salvini, segretario federale della Lega – che non è insensibile al tema posto da Fontana.
Ma l’acquisizione della maggioranza di Trenord vuole essere solo la prima tappa di una riorganizzazione più ampia della politica lombarda dei trasporti. Il secondo è l’integrazione o la fusione – quale delle due soluzioni si vedrà solo più avanti – tra Trenord e Atm, l’azienda del trasporto pubblico di Milano. Secondo fonti qualificate, anche il Comune di Milano e la stessa Atm sono convinti della necessità di stringere i legami con Trenord proprio nell’ottica di dar vita a quel "player internazionale" al quale ha fatto riferimento Fontana. Infine, il terzo tempo del processo: l’integrazione di ferro e gomma attraverso una due diligence di bisogni e opportunità. A tal proposito, basti pensare, a mo’ di esempio, che FNM ha già in pancia oltre l’82% di Milano Serravalle-Milano Tangenziali Spa. Il movente di questa riorganizzazione è presto detto: il comparto dei trasporti sta diventando competitivo, sarà via via caratterizzato da gare, il mercato si sta allargando e per rimanerci occorre crescere. Senza contare la necessità di gestire l’impatto di fenomeni nuovi (il lavoro da remoto) e di fenomeni datati (la carenza di fondi pubblici) sui trend di utilizzo del servizio e sui bilanci.