Milano, toto giunta: c'è il caso Maran. Fuori dalla nuova squadra, anzi no

Il primo cittadino: Pier ha un futuro in politica, ma serve discontinuità. Il Pd: sarà in Giunta, con delega diversa

Pierfrancesco Maran capolista Pd e assessore uscente ha ottenuto più preferenze in assolut

Pierfrancesco Maran capolista Pd e assessore uscente ha ottenuto più preferenze in assolut

Milano - "Pierfrancesco Maran in Giunta? Una cosa è certa: Maran vuole avere un futuro politico. Bisognerà trovare un modo per cui lui continui ad essere centrale nella politica ma magari con delle formule di discontinuità". La frase del sindaco Giuseppe Sala crea un certo sconcerto tra i cronisti: il posto nel nuovo esecutivo per il recordman di preferenze della Comunali, 9.166 voti, non è sicuro? Che significa discontinuità? Un ruolo diverso da quello di assessore?

Domande che restano senza una risposta certa per tutta la mattina. Intanto Sala cita ancora Maran e l’ex assessore, ora europarlamentare Pd Pierfrancesco Majorino, e fa capire che la futura guida del centrosinistra milanese potrebbe toccare a uno di loro, magari come candidato sindaco alle Comunali del 2026: "Con questi ragazzi cerco di comportarmi come un padre. Farli crescere è nel mio interesse". E ancora: "Il mio rapporto con il Pd non cambia, sono contento per il loro risultato elettorale". Meno contento Maran, se non dovesse entrare nel nuovo esecutivo di Palazzo Marino. Ma il capolista Pd e assessore uscente, arrivato a Palazzo Marino a fine mattinata, dopo la la conferenza stampa del sindaco, predica calma: "Oggi, domani se ne discuterà, troveremo una formula, non vedo problemi. Vedo problemi quando perdi non quando vinci".

Maran probabilmente ha visto Sala già ieri per parlare del suo futuro nell’amministrazione comunale. La segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani di sicuro ha visto il sindaco ieri pomeriggio e il messaggio che emerge al termine della riunione è distensivo: Maran farà parte della seconda Giunta Sala, ma non avrà più la delega all’Urbanistica, un tema su cui sindaco e assessore negli ultimi mesi sono entrati in contrasto in più di un’occasione, dalla riconversione della Statale a Città Studi al nuovo Pirellino e alla Torre Botanica di Boeri volute da Coima.

Il capolista Pd, intanto, commenta il risultato elettorale: "Il Pd da solo ha preso più voti della coalizione di Bernardo. Non è un risultato da poco, si parla tanto di crisi dei partiti, qua c’è un Pd che è solido e che ha una struttura che può essere di grande aiuto anche per il rilancio del Pd a livello nazionale".

L’ottimo risultato del centrosinistra a Milano fa fare un passo avanti a Maran, che guarda già alle elezioni regionali del 2023: "Se le città vanno così è il momento per dimostrare che anche la Regione può cambiare. C’è un anno e mezzo per lavorarci e crediamo che sia una missione difficile ma per la prima volta possibile". Maran appare molto motivato proprio su un tema che riguarda i rapporti tra Comune e Regione: la gestione unitaria delle case popolari di Mm e Aler. Che sia questa la missione in cui Maran potrebbe aiutare Sala nei prossimi mesi? Ancora presto per dirlo.

 

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