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Investita e uccisa a Milano da quattro bambini. Salvini: “Radere al suolo il campo rom”. Sala: “Vergognoso speculare”

Dopo la morte della 71enne investita da quattro bambini rom, la destra attacca il sindaco sui campi nomadi. Il governatore Fontana: “Catena di illegalità, arroganza e impunità”

Duro scontro politico tra Matteo Salvini e Giuseppe Sala

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Milano – La morte di Cecilia De Astis, la donna di 71 anni investita e uccisa lunedì da quattro minorenni di età compresa da 11 e 13 anni rintracciati poi in un campo rom – non abusivo – dalla polizia locale, ha scatenato un duro confronto politico. Al centro della polemica, la gestione degli insediamenti nomadi e le politiche di sicurezza urbana.

“È stata travolta e uccisa da un’auto pirata, rubata e guidata, come riportano le cronache, da quattro minorenni Rom. Pare di neanche dieci anni!", ha scritto sui social il ministro delle Infrastutture Matteo Salvini. “Se quanto riportato i giornali rispondesse al vero, sarebbe pazzesco. Campo Rom da sgomberare subito, e poi radere al suolo, dopo anni di furti e violenze, pseudo ‘genitori’ da arrestare e patria potestà da annullare. Sindaco Sala e sinistre, ci siete??? Una preghiera per la povera Cecilia”.

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La replica del sindaco Giuseppe Sala non si è fatta attendere: “Sulla morte di una persona in circostanze così terribili trovo vergognoso speculare, soprattutto da parte di alti rappresentanti del governo”. Il primo cittadino ha poi precisato che per quanto riguarda “gli insediamenti rom e il loro superamento, il tavolo di coordinamento con le Forze dell’ordine è in Prefettura, organo periferico del Ministero degli Interni” e che il Comune “da anni” persegue “una politica di superamento”.

“Le giunte di centrosinistra – aggiunge il sindaco – ne hanno chiusi 24, 4 autorizzati e 20 irregolari, in 12 anni, dal 2013 al 2024. Le giunte di centrodestra, che adesso gridano, quando sono state al governo della città solo uno. Ignorare queste informazioni in maniera strumentale per farsi pubblicità, vuol dire prendere in giro i cittadini”. “Non ci sono dubbi che le famiglie dei ragazzi coinvolti – conclude – devono rendere conto di quanto è successo, E su questo chiederemo la massima intransigenza”.

La Citroen che ha investito Cecilia De Astis (a destra) era guidata da un ragazzino di meno di 14 anni
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Valditara: “Vergognoso lasciare crescere bambini nel degrado”

“L'omicidio della povera Cecilia De Astis insegna una cosa: 'vergognoso' è solo non fare nulla lasciando che bambini e ragazzi minorenni crescano nel degrado, nella illegalità, nella assenza di istruzione, nella mancanza di regole”. Così il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, rispondendo indirettamente al sindaco di Milano che aveva definito 'vergognosa' la speculazione sulla tragedia. “Con il decreto Caivano abbiamo per la prima volta previsto condanne severe per quei genitori che non mandano i figli a scuola. Un primo monitoraggio sulla applicazione del decreto in certe aree del Paese ha dato eccellenti risultati, a conferma che la minaccia delle sanzioni serve, eccome. Vigilerò - conclude - perché l'obbligo per le scuole di segnalare gli abbandoni scolastici, per i sindaci di ammonire i genitori e per i pm di avviare l'azione penale sia rispettato ovunque e nei confronti di chiunque”,

Le istituzioni regionali

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha definito quanto accaduto “assurdo” e “una tragedia che non può rimanere impunita”. “Non è un ‘incidente’ – ha proseguito il governatore – è il frutto di una catena di illegalità, arroganza e impunità che parte da lontano e che non può più essere tollerata”.

L’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa ha puntato il dito sui servizi sociali: “I quattro ragazzini individuati dalla polizia locale come responsabili dell’investimento della povera Cecilia De Astis sono poco più che bambini. Bambini che vivono in uno dei tanti campi rom di Milano, in ambienti criminogeni nei quali imparano a rubare e a delinquere. Dove sono i servizi sociali?”. La Russa ha invitato a “smettere di nasconderci dietro all’alibi della differenza culturale: che cosa aspettano i servizi sociali a intervenire per ‘salvare’ questi minori da famiglie che non sono in grado di farli crescere normalmente?”.

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Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Christian Garavaglia ha commentato la vicenda: “La morte della signora Cecilia De Astis è una tragedia inaccettabile che ci lascia sgomenti. È il risultato di una situazione di illegalità e degrado che, purtroppo, persiste in alcune aree della nostra città”. Garavaglia ha sottolineato che “è tempo di smettere di girarsi dall’altra parte. Non possiamo più tollerare che esistano aree franche dove le regole e il rispetto per la vita umana non abbiano valore”.

La destra all’attacco

Fratelli d’Italia ha usato parole dure e attaccato frontalmente l’amministrazione milanese. “È da anni che denuncio la grave situazione in cui versano gli insediamenti nomadi della città dove, spesso, sono stati ritrovati anche criminali e delinquenti”, ha dichiarato il deputato ed ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, di Fratelli d’Italia. “Tutti i campi rom della città vanno controllati h. 24 e se non si riesce, allora bisogna subito sgomberarli e chiuderli perché, come vediamo anche dai fatti accaduti ieri, i ragazzini crescono con degli esempi pessimi e ben lontani da una società civile che causano continua insicurezza e degrado nelle città”.

De Corato ha poi ricordato l’operato delle precedenti giunte di centrodestra: “Con le Giunte Albertini e Moratti, noi quei tipi di insediamenti li combattevamo, sgomberandoli e chiudendoli con una certa frequenza. Nel solo anno 2010, infatti, abbiamo fatto 531 sgomberi che, tolti i sabati e le domeniche dell’anno, ammontano a 2 sgomberi al giorno”.

Anche il segretario milanese di Fratelli d’Italia Simone Orlandi ha attaccato: “Il Modello Milano del sindaco Sala mostra i suoi limiti proprio in queste drammatiche dinamiche: criminalità infantile, insediamenti abusivi e totale assenza di controllo”, chiedendo “lo sgombero immediato e definitivo di tutti gli accampamenti abusivi in città”.

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La Lega: “Punto di non ritorno”

La vicesegretaria del Carroccio Silvia Sardone ha parlato di “punto di non ritorno sul problematico tema rom in città”. I ragazzini “vivono nel campo abusivo di Selvanesco, sgomberato anni fa dal Comune e poi rioccupato: Pd e compagni – ha osservato – hanno la loro parte di responsabilità in quello che è successo, quantomeno per omessa vigilanza. Ora basta”.

Sulla stessa linea la Lega milanese, che ha chiesto lo sgombero “subito" dell’insediamento dove erano i ragazzini, convinta che i genitori vadano “puniti severamente”. Il partito conclude: “Il Partito democratico farà censurare la notizia come ha fatto per i manifesti della Lega sul Decreto sicurezza a Roma?”.

Le altre voci

A parziale difesa delle istituzioni locali è intervenuto Carlo Calenda, leader di Azione: “Io sono favorevole allo sgombero di tutti i campi Rom. Non ho capito però perché lo chiedi al Sindaco e non al ministro degli Interni. Mi sembra una presa per i fondelli dei cittadini per ragione di propaganda politica. Il che è fondamentalmente l'unica cosa che fai nella vita”.

Posizione simile Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva: “L’omicidio stradale di cui è stata vittima ieri a Milano la signora Cecilia de Astis lascia sconvolti. Tanto più che a commetterlo sono stati dei giovanissimi”. Faraone ha però criticato duramente l’approccio della destra: “Il grande problema della sicurezza non può essere una bandierina da agitare a destra o da nascondere sotto la polvere a sinistra: qui c’è una vita spezzata e una famiglia che soffre”.

“Questo gioco della destra, per cui quando governava la sinistra, i problemi di sicurezza erano sempre colpa del presidente del Consiglio e dei ministri dell’Interno di turno e ora che governano loro, la responsabilità è invece dei sindaci – purché siano di sinistra, è uno sciacallaggio inaccettabile di fronte alla morte di una persona”, ha concluso Faraone. “La sicurezza si garantisce con i presidi delle forze dell’ordine, con la certezza della pena, con la lotta al degrado e con l’educazione. Non con i tweet populisti di Matteo Salvini”.