
PROMESSE Il candidato della coalizione di centrodestra Stefano Parisi, 59 anni, di corsa davanti al Castello e nel parco Sempione con i forzisti Pietro Tatarella, Giulio Gallera e Filippo Jarach (Newpress)
Milano, 21 febbraio 2016 - «L’AreaC? Meglio l’Ecopass di Letizia Moratti». Stefano Parisi boccia la congestion charge targata Pisapia. Piazza Castello, ieri mattina. Il candidato sindaco del centrodestra ha appena finito una corsa di oltre 10 chilometri con i forzisti Pietro Tatarella, Giulio Gallera e Filippo Jarach, un allenamento in vista della Stramilano. Si ferma per qualche minuto e parla con il Giorno del suo programma sulla mobilità.
No all’Area C?
«Con Area C i residenti all’interno della Cerchia dei Bastioni sono molto penalizzati. Il diritto di uscire dall’Area C e rientrare a casa propria in auto deve essere garantito. Non solo. Se vogliamo incentivare l’utilizzo dei mezzi ecologici, le auto a basse emissioni inquinanti devono essere esentate dal pagamento del ticket. Se facciamo di tutta l’erba un fascio, invece, rischiamo di non risolvere il problema dello smog. L’Ecopass della Moratti aveva un maggior senso rispetto all’attuale Area C».
Meglio la pollution charge (paga solo chi inquina) della congestion charge (pagano tutte le auto)?
«Ci stiamo ancora ragionando. Ma direi che questa è la direzione in cui dobbiamo andare».
A proposito di mobilità, lei corre abitualmente?
«Correvo molto fino a una settimana fa. Ora, con tutti gli impegni per la candidatura, corro meno. La corsa fa bene, scarica la tensione».
Usa la bicicletta? Le piace il bike sharing?
«In passato usavo molto la mia bicicletta, ma alla quarta che mi hanno rubato ho iniziato a utilizzare di più il car sharing, un servizio introdotto dalla Moratti che funziona molto bene».
Siamo in piazza Castello. Perché la sistemazione di questa piazza non le piace?
«L’Expo Gate ferisce Milano. C’è una logica nel collegare piazza Castello, piazza Mercanti e piazza Duomo. Un cannocchiale visivo interrotto da questo Expo Gate».
Della pedonalizzazione, invece, che ne pensa?
«Questa area pedonale non è utilizzata dai pedoni. È un deserto. Va riaperta al traffico. Le scelte sulla mobilità debbano essere fatte con gli abitanti della zona, i negozianti e i tassisti che sanno come funzionano i flussi del traffico. Se vogliamo ridurre l’uso delle auto e aumentare quello dei mezzi alternativi dobbiamo ascoltare chi usa questi mezzi. Altrimenti adottiamo scelte simboliche che creano disagi alla città».
Sempre in tema di trasporti, la Lega le ha messo un paletto: non vendere Sea e conservare il 50% del Comune.
«Io sono un uomo di azienda e penso che le scelte che riguardano il patrimonio mobiliare e immobiliare del Comune vadano prese con una logica strategica di valorizzazione degli asset. Se invece il tema Sea diventa uno scontro politico su “vendiamo o non vendiamo’’, si procurano solo danni a Comune e azienda. Sono decisioni che vanno prese fuori dalle logiche di campagna elettorale».
Come ha risolto il conflitto di interessi tra la presidenza di Chili Tv e la candidatura?
«Non sono più io il presidente».
Si è parlato di un aumento di capitale per mettere in sicurezza Chili Tv. È così?
«Con calma vedremo come andranno le cose. L’importante è aver messo a posto la gestione».
di MASSIMILIANO MINGOIA