Scudetto al Milan. Le pagelle della stagione: la cavalcata vincente

Squadra, mister Pioli e dirigenza da 10. A Maignan, Tonali, Leao e Giroud i giudizi più alti

Stefano Pioli

Stefano Pioli

Il Milan ha vinto 3-0 con il Sassuolo e si è aggiudicato il 19esimo scudetto della sua storia. Un'annata straordinaria con tanti protagonisti. Ecco i voti della stagione.

MAIGNAN 8,5. E' stato il vero eroe tra i pali nella stagione rossonera: ha cancellato il ricordo di donnarumma dalle menti di tutto l’ambiente milanista a suon di interventi decisivi e una personalità spiccata diventando uno dei leader dello spogliatoio rossonero.

TATARUSANU 6,5 Poco coinvolto ma durante l’infortunio di Maignan ha salvato la porta rossonera in più di un’occasione: memorabile il rigore parato a Lautaro Martinez nel derby di andata.

CALABRIA 7. Il vice capitano si è preso la fascia destra mostrando una rinnovata fame e voglia di lasciare il segno: il futuro del Milan passa da lui, terzino arcigno dal cuore rossonero.

FLORENZI 6,5. L’ex Roma è arrivato in punta di piedi prendendosi grandi soddisfazioni e mettendo a disposizione dello spogliatoio tutta la sua esperienza: il gol contro il Verona è stata la ciliegina sulla torta.

ROMAGNOLI 6 Il capitano ha vissuto una stagione amara a causa dei tanti infortuni avuti: le gerarchie al centro della difesa sono cambiate nel frattempo e per il classe il ’95 il futuro a Milanello è incerto. Sempre presente, però, a incitare i compagni dalla panchina.

KJAER 6 Un anno maledetto per il centrale danese, costretto a dare forfait dopo poche settimane a causa dell’infortunio al ginocchio rimediato lo scorso 1° dicembre in Genoa-Milan. Il Diavolo lo aspetta e lui è pronto a tornare ad essere decisivo come sempre.

KALULU 7,5. Partito da terzino, adattato a difensore centrale per sopperire alle assenze di Romagnoli e Kjaer, si è scoperto un vero talento: il classe 2000 con Tomori ha formato una coppia inossidabile e Pierre ha dimostrato di essere un giovane con ampi margini di miglioramento. La sorpresa della stagione.

TOMORI 7,5. Muro invalicabile, l’ex Chelsea ha tirato fuori la personalità necessaria per trascinare il Milan alla vittoria dello scudetto, superando momenti complicati con la necessaria maturità. Garanzia.

THEO HERNANDEZ 8. Il francese non ha raggiunto la consacrazione della passata stagione ma si è confermato una pedina imprescindibile nello scacchiere di Pioli: la fascia sinistra è di sua proprietà e il feeling con Leao ha portato al Milan punti e qualità. Da cineteca il gol del 2-0 realizzato contro l’Atalanta e dedicato al suo primogenito: una rete spaziale, partendo poco oltre la propria area di rigore e percorrendo quasi cento metri di campo, verso destra, poi verso sinistra, schivando i giocatori bergamaschi e segnando in meno di dodici secondi. TONALI 8,5. Nel giorno del suo ventiduesimo compleanno ha segnato una doppietta storica contro il Verona, dando seguito all’acuto decisivo contro la Lazio: è lui l’eroe dello scudetto milanista, complice una crescita esponenziale che lo ha reso il nuovo leader del Milan. Il futuro passa da lui, talento cristallino capace di abbinare carattere, fame, attenzione e visione di gioco in ogni singola prestazione. Portabandiera.

BENNACER 7. L’algerino ha trainato il carro quando l’attacco rossonero era in penuria di gol, vedi la rete decisiva al Cagliari. Degno compagno di reparto di Tonali, ha stupito con prestazioni di quantità e sostanza.

KESSIE’ 6,5. Schierato accanto a Tonali in mediana, o avanzato sulla trequarti al posto di Diaz, saluta il Milan con uno scudetto lasciato in bacheca. L’addio poteva essere meno amaro ma Franck ha reagito con professionalità ai fischi della tifoseria rossonera dimostrando di mettere il club prima di tutto: l’ultima prova a San Siro contro i suoi ex colori l’ha poi premiato con i meritati applausi dello stadio. Chiude la sua carriera in rossonero segnando anche un gol nel match scudetto a Sassuolo: il Presidente non ha deluso.

SAELEMAEKERS 6,5. Stagione tutto sommato buona per il belga, capace di mettersi al servizio del gruppo con abnegazione. A volte ha peccato di fretta e poca precisione ma il suo contributo è stato utile.

MESSIAS 6,5. Il brasiliano è arrivato come outsider e ha chiuso da conferma: il Milan ha avuto bisogno di lui e lui ha risposto sempre presente. Decisivo in più di un’occasione, vedi l’assist perfetto per l’1-0 di Leao contro la Dea.

KRUNIC 6,5. Il bosniaco è stato l’uomo in più dei rossoneri nelle situazioni più complicate quando la sua fisicità serviva come il pane. Spesso subentrato, per Pioli è sempre stata una carta da giocare astuzia. Chiude in crescendo.

LEAO 8,5. Insieme a Tonali è sicuramente uno dei protagonisti della cavalcata scudetto: a sinistra le sue celebri accelerate hanno mandato in tilt tutte le difese avversarie, trovando anche la doppia cifra sotto porta ed elargendo tocchi decisivi a profusione. Assistman fenomenale nella sfida scudetto a Sassuolo, il portoghese deve diventare il perno su cui costruire il Milan del futuro.

REBIC 6. Campionato agrodolce per il croato che, costretto ad accomodarsi in infermeria più volte, non è stato in grado di incidere come ci si aspettava.

GIROUD 8,5. Ha sfatato la maledizione della maglia numero 9 rossonera a suon di gol e carattere da vendere: il francese si è preso sulle spalle l’intero peso dell’attacco rossonero vivendo un tour de force incredibile che l’ha portato a chiudere la stagione avendo dato davvero tutto. Implacabile nella doppietta vittoria contro l’Inter nel derby di ritorno, le roi de Milan è stato decisivo sottoporta anche nell’ultima fatica a Sassuolo.

IBRAHIMOVIC 8 A discapito dei detrattori Zlatan ha dato un contributo immenso alla vittoria dello scudetto numero 19, più fuori che dentro al campo. La carta di identità si è fatta sentire ma la sua personalità ed esperienza sono stati messi al servizio del giovane Diavolo per tutto l’anno. Gol, assist, giocate e leader indiscusso del team, è l’unico reduce del Tricolore del 2011. Eterno.

All. PIOLI 10. Primo scudetto in carriera vinto con merito: è lui il maestro che ha orchestrato un gruppo incredibile, che si è sudato un titolo inseguito un anno intero. Mai, o quasi mai, una parola fuori posto, Stefano è stato in grado di affrontare mille ostacoli, sfortune varie, torti arbitrali e tanto altro con lo spirito giusto, infondendolo a tutti i suoi giocatori. Questo Tricolore porta la sua firma in calce: Pioli is on fire!

DIRIGENZA 10 Presenti ma non pressanti hanno portato la squadra migliore, e non la più forte, sul tetto d’Italia. Maldini e Massara hanno fatto sentire sempre la loro vicinanza al gruppo, non solo quando l’entusiasmo era alle stelle ma soprattutto nei momenti più duri. Merito loro se il mercato è stato ben gestito seguendo la linea “green” proposta da Elliott.

VOTO SQUADRA 10.

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