
Cristian Brocchi
Milano, 13 aprile 2016 - "Non ho paura di essere bruciato e so quello che posso fare. Sono al ventesimo anno al Milan, tra settore giovanile, professionismo e allenatore. Con questo non voglio dire che sono sicuro al 100% che il Milan vincerà 7 partite su 7 ma il mio 100% sarà sempre dato". Cristian Brocchi vive la sua prima conferenza stampa da allenatore della prima squadra del Milan con apparente tranquillità. La promozione dalla Primavera, decisa dopo un summit ad Arcore con Berlusconi (assente oggi a Milanello) e Galliani (presente al suo fianco), non lo spaventa: "Voglio proseguire la cultura del lavoro che questo gruppo sicuramente ha perché ha fatto un ottimo percorso. Ho avuto modo più volte di vederli all'opera e ho sempre visto calciatori che avevano voglia di lavorare e di questo va dato atto a Sinisa e al suo staff. C'è la voglia di portare quella che è stata la mia metodologia e il mio modo di allenare che può essere diverso da quello proposto da altri allenatori. Non migliori, ma diversi, perché studiati in un percorso che può consentire ai ragazzi di applicarlo in campo".
Contratto fino a giugno, poi si vedrà. Potrebbe essere confermato con Lippi nel ruolo di direttore tecnico: "Non è il contratto che ti dà la possibilità di essere sereno o meno. Se avessi avuto un contratto di due anni o più, ma avessi fatto male sarei stato comunque sostituito e l'unica cosa è che avrei le spalle coperte da un contratto. Non è la mia priorità, la cosa più importante è il bene del Milan. Se non dovesse andare bene avrò l'umiltà di riconoscerlo". Pochi obiettivi rimasti: "C'è da conquistare un posto in Europa che è di fondamentale importanza. Non si può pensare subito alla finale di Coppa Italia, ma bisogna preparare le partite prima al massimo. Attraverso queste partite è normale che si cercherà di seminare arrivando alla partita con la Juve cercando di instaurare con la squadra un rapporto forte. Ci stiamo provando già da ieri. E' normale che non si possa entrare in una situazione nel giro di due giorni, ma avere l'intelligenza di mettere uno o due segnali ogni giorno non solo in campo, ma anche fuori. Normale che ci fosse un clima particolare, i giocatori erano abituati a vedere sempre le stesse persone da diversi mesi. E' stato comunque un impatto buono, forse perché essendo noto nell'ambiente Milanello (ci siamo allenati sempre qua) ha inciso meno nel trovare una persona nuova e diversa. Sul campo sto iniziando a fare qualcosa di mio e cercando di fargli capire come voglio allenarli".
Non vuole passare per un raccomandato Brocchi: "Sinceramente non so dove sia nato il rapporto con il presidente Berlusconi. Nel senso che non sono mai stato io ad andare a pubblicizzarmi, assolutamente no. Il presidente penso, nonostante i molteplici impegni, abbia sempre manifestato la voglia di seguire il Milan in tutte le sue dinamiche. Io penso che il fatto che si sia parlato bene del mio gioco in questi anni, probabilmente l'ha incuriosito e ha iniziato a prendere informazioni. Sicuramente avrà avuto relazioni importanti e da lì è nata questa considerazione. Per me il livello della squadra è sicuramente buono e l'ho detto anche a loro. La cosa che cercherò più di fare è quello di dare la consapevolezza a ogni singolo giocatore di essere più forte di quanto si sentono in questo momento Devono credere di più nei propri mezzi e ragionare più da gruppo, non cercando di risolvere da solo la partita". E sul modulo pochi dubbi: quattro difensori, tre centrocampisti e tre attaccanti. Con il trequartista o senza dipenderà dall'avversario.