La telefonata, "controllate le mail": 325 esuberi a Cologno

Doccia gelata alla Verti Assicurazioni: ignorate alternative come i contratti di solidarietà. I sindacati chiedono un incontro urgente

Lavoratori Verti Assicurazioni

Lavoratori Verti Assicurazioni

Cologno Monzese (Milano) - "Abbiamo ricevuto una telefonata che ci raccomandava di controllare la mail. A richiesta sul contenuto, ci è stato risposto semplicemente: 'Comunicazione'. Peccato che fosse l’annuncio di 325 esuberi". Inizia così la seconda travagliata trattativa, in appena 5 anni, di Verti Assicurazioni, ex Direct Line.

Ieri l’assemblea nel cortile della sede di via Volta a Cologno Monzese, dove i dipendenti si sono riuniti su due turni con la Rsu. "Quando il gruppo spagnolo Mapfre, di cui Verti fa parte, ha rilevato nel 2015 l’azienda c’erano oltre 900 dipendenti, poi ridotti a 650. Ora siamo 605 e si punta a restare con 285 persone - spiega Paolo Plona della Rsu -. La pandemia ha accelerato questo processo in tutti comparti e sui servizi ancora di più. Mettiamoci poi la digitalizzazione e la riduzione costi e si arriva a questa mannaia". L’azienda ha annunciato l’esigenza di un piano di esternalizzazione dell’intera struttura di produzione contact center e back office, oltre a una considerevole riduzione di tutti gli altri reparti. "Si usa direttamente un metodo drastico, senza nemmeno prendere in considerazione strumenti più morbidi, come contratti solidarietà o la rimodulazione delle mansioni", lamentano gli addetti che ieri sono tornati in sede per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

"Tecnicamente siamo fuori dalla possibilità di prepensionamento. Abbiamo un’età media di 47 anni, siamo prevalentemente donne e ci sono anche diverse coppie - sottolinea Alessia Moioli -. Persino lavoratori fragili o invalidi non saranno risparmiati dalla ristrutturazione. Questo dà l’idea di quanto sia grave la situazione". Una caduta a picco dal 2016, con la dichiarazione dei primi 16 esuberi, a oggi. "Dopo l’acquisizione ci fu la stipula di una serie di accordi che sono stati poi in parte disattesi - racconta Patrizia Pierri -. Alcune condizioni sono state cambiate, come gli orari o parte della retribuzione diventata variabile. Negli ultimi 3 anni 70 colleghi hanno fatto causa e l’hanno vinta. Praticamente il 10% dei dipendenti".

I sindacati Fisac Cgil, First Cisl, Fna e Uilca respingono il piano e chiedono un incontro urgente a Verti. "La Compagnia è consapevole dell’impatto di questa riorganizzazione - replica la società in una nota -. Per mantenere e rafforzare la posizione e creare le condizioni per continuare a investire nel Paese, è necessaria l’adozione di un modello organizzativo più digitale ed efficiente". Solo queste azioni permetteranno di "salvaguardare la competitività e, in prospettiva, creare le condizioni idonee per il rilancio e la crescita di un business digitale".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro