Bystronic, sciopero e presidio sotto il Pirellone. “Non ci arrendiamo alla chiusura degli stabilimenti”

Domani, martedì 22 ottobre, è prevista l’audizione dei rappresentanti dell’azienda e dei sindacati nella commissione regionale Attività produttive, dopo l’annuncio del licenziamento di 150 addetti

San Giuliano Milanese (Milano), 21 ottobre 2024 – Un presidio davanti al Pirellone, prima dell’audizione in commissione. Prosegue la mobilitazione dei lavoratori della Bystronic di San Giuliano e Fizzonasco, dopo l'annuncio della multinazionale svizzera di voler chiudere i due siti produttivi e licenziare 150 dipendenti. Domani, martedì 22 ottobre, è prevista una nuova giornata di sciopero e un flashmob, dalle 9,30, sotto la sede della Regione poco prima della seduta della commissione attività produttive, istruzione, formazione e occupazione, che vedrà tra i relatori, in audizione, i rappresentanti dell’azienda e i sindacati.

SAN GIULIANO - VERTENZA BYSTRONIC
Uno sciopero degli addetti di Bystronic per dire "no" alla chiusura degli stabilimenti milanesi - (FOTO CANALI/ANSA)

Le motivazioni della mobilitazione

Nell'incontro della scorsa settimana tra i vertici della società e le sigle, la multinazionale Bystronic aveva confermato la volontà di procedere con la chiusura dei due stabilimenti e i licenziamenti. "In quell'incontro - dichiara Giovanni Ranzini, segretario della Fiom di Milano - abbiamo avuto la conferma del cinismo di questa azienda. I rappresentanti di Bystronic, infatti, non solo hanno ribadito la volontà di cessare l'attività dei siti di San Giuliano e Fizzonasco, ma hanno sostenuto di sapere da tempo che avrebbero licenziato 150 persone e per questioni di riservatezza si sono guardati bene dal comunicarlo a sindacato e rappresentanti dei lavoratori".

Lotta a oltranza

La ditta si occupa di progettazione e produzione di macchine industriali e occupa 3mila addetti in 40 sedi in tutto il mondo "Non so come funziona in Svizzera - conclude Ranzini - ma da noi esiste un contratto nazionale di lavoro che prevede l'obbligo di informazione e consultazione. Anche per questo faremo di tutto per evitare la dismissione dei siti e i licenziamenti". Una doccia fredda per i 150 dipendenti che hanno avuto la comunicazione per mail, senza alcuna avvisaglia. “Questa è la dimostrazione della brutalità dell'azienda dopo che nei primi incontri coi sindacati non aveva fatto cenno a possibili chiusure e riduzioni del personale di questo tipo – conclude la Fiom Cghil Milano -. Ora si vuole lasciare a casa tutti, velocemente e senza troppe discussioni”.