Milano Home, nuova identità: "Casa, la sfida è l’originalità"

Alla Fiera di Rho la rassegna dei complementi d’arredo. "I negozi tornano al centro"

Milano Home

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Milano – Ci sarà il "pop up di carta più grande del mondo", dedicato alla pittrice Frida Kahlo, 3 metri per 9, che ogni mattina verrà aperto per "lanciare un messaggio di pace". T

ra gli stand di Rho 570 espositori, un’ottantina dalla Lombardia, il 35% dall’estero: dal grande ritorno di giganti come Alessi e Venini al debutto di giovani talenti, la conferma di marchi come Candyslab e l’esperimento dell’intelligenza artificiale applicata al tessile promosso dall’antico Lanificio Leo. "Abbiamo rimesso il prodotto al centro, ma la vera sfida è rimettere il negozio al centro", spiega il vicedirettore generale di Fiera Milano, Roberto Foresti, presentando la nuova manifestazione Milano Home che apre domani. Una rassegna, diretta da Emanuele Guido, dedicata al complemento d’arredo e all’oggettistica, pensata per i punti vendita alla ricerca di idee in rappresentanza di un settore che in Italia conta circa 38mila negozi del mondo casa.

Foresti, qual è l’idea alla base del nuovo format?

"Alla base c’è una lunga fase di studio e ascolto. Siamo andati in giro a lungo, visitando negozi per capire come si sono evolute le richieste dei clienti dopo la pandemia".

Che cosa avete scoperto?

"Le persone vogliono essere identificate attraverso i prodotti che mettono in casa, non cercano più la produzione di massa ma oggetti originali, innovativi, autentici e sostenibili. Sono questi i valori fondanti del progetto: gli oggetti esposti avranno queste caratteristiche, e non significa che saranno per forza costosi".

Nell’era dell’e-commerce quale ruolo possono giocare i negozi?

"Devono tornare a essere un luogo di incontro, cavalcando nello stesso tempo la transizione digitale e le opportunità che offre. Noi vogliamo aiutarli in questo percorso, anche attraverso 60 workshop durante Milano Home. Il nostro è un progetto triennale che parte in punta di piedi e vuole tornare a essere un punto di riferimento mondiale. In Lombardia si concentra un patrimonio di artigiani e produttori, oltre ai negozi. E abbiamo scelto di dare al progetto una forte identità milanese, già nel nome, perché tutto ciò che è nuovo in Italia parte da Milano".

Dalla pandemia alla piena ripartenza. Come vanno i conti di Fiera Milano?

"È un’azienda solida, stiamo bene anche come liquidità di cassa e il mercato ce lo sta riconoscendo. Abbiamo chiuso un super 2023, il 2024 sarà un po’ più complicato ma solo per via delle esposizioni biennali. Stiamo scrivendo il piano industriale: prevede di tornare a investire in maniera pesante su prodotti e settori, in Italia e all’estero. Lavorano con noi tanti giovani sotto i 30 anni e stiamo facendo grossi passi avanti anche sulla sostenibilità: ora autoproduciamo il 30% dell’energia".

Quali prospettive si aprono con le Olimpiadi invernali del 2026?

"La legacy di quell’evento ci permetterà di fare cose pazzesche in un ambito un po’ più entertainment perché i padiglioni cambiano completamente e andiamo verso una direzione nuova. E così Milano torna ancora più al centro".

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