LAURA DE BENEDETTI
Economia

Milano sempre più digitale, crescono i servizi pubblici online: + 8% rispetto a un anno fa

Il dato emerge da una ricerca sulla ‘maturità digitale’ dei 110 capoluoghi presentata a Roma. “Puntiamo a semplificazione e digitalizzazione tramite tecnologie a basso consumo energetico” ha detto Layla Pavone, del Board per l’Innovazione tecnologica meneghina

Semaforo verde per Milano che ha un livello “buono” di maturità digitale complessivo e un indice Ca.Re. (secondo il modello Cambiamento Realizzato di Deda Next) pari a 70. La metropoli ha ottenuto un buon punteggio nei tre parametri presi in considerazione ma si è distinta in particolare nell’Indice Digital Public Services, ossia i servizi pubblici digitali, dove ha raggiunto un punteggio pari a 80, registrando un +8% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dall’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo, realizzata da FPA, società del gruppo Digital360, per Deda Next, società di Dedagroup impegnata nell’accompagnare la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione e delle aziende di pubblico servizio, presentata oggi al Forum Pa 2024 al Palazzo dei Congressi di Roma.

Il Forum sulla Pubblica amministrazione oggi a Roma
Il Forum sulla Pubblica amministrazione oggi a Roma

‘Misurare’ la digitalizzazione

La ricerca, giunta alla sesta edizione, offre un’analisi aggiornata all’aprile 2024 dello stato di avanzamento delle principali amministrazioni comunali italiane negli obiettivi di digitalizzazione individuati dalle strategie nazionali, secondo il modello Ca.Re. (Cambiamento Realizzato) di Deda Next. Un parametro di riferimento con cui i Comuni possono valutare il proprio grado di maturità e uno strumento operativo per misurare i risultati raggiunti e indirizzare nuovi investimenti per lo sviluppo di servizi digitali di nuova generazione.

I 3 parametri di riferimento

Il risultato è una classificazione dello stato di maturità digitale di 110 amministrazioni capoluogo in base al loro posizionamento su tre dimensioni: l’offerta online di servizi (Digital public services), su cui Milano si è distinta, l’integrazione dei sistemi comunali con le piattaforme nazionali (Digital PA) e la maturità su dati e interoperabilità, misurata con il nuovo indice Digital Data Gov che sostituisce il precedente Digital Openness. All’interno del terzo indice, in questa edizione, sono state integrate anche misurazioni sull’adozione delle piattaforme SEND di notifiche digitali e PDND, Piattaforma Digitale Nazionale Dati. Modifiche che costituiscono un ulteriore innalzamento dell’asticella, dopo quello già operato nel 2023, e che riflettono i più elevati obiettivi di digitalizzazione a cui sono chiamate oggi le amministrazioni, come effetto dei traguardi posti dal Pnrr.

A Milano visione ‘olistica’

“Nel suo processo di trasformazione digitale è stato fondamentale per il Comune di Milano dotarsi di una strategia basata su una visione olistica, in linea con il Piano Triennale per l'Informatica dell'Agenzia per l'Italia Digitale e ispirata al Next Generation EU – ha sottolineato Layla Pavone, coordinatrice del Board per l’Innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano -. È una strategia che ha al centro la persona e il concetto di valore pubblico, ovvero la capacità di promuovere, attraverso servizi inclusivi e sostenibili, il benessere della comunità. Per realizzare questa visione stiamo mettendo in atto azioni che puntano alla semplificazione e alla digitalizzazione dei processi, alla piena accessibilità e alle pari opportunità, all’adozione di tecnologie a basso consumo energetico e a un uso efficiente delle risorse. Anche in occasione di questa ricerca presentata a Forum Pa, Milano vuole riaffermare il suo impegno a essere un'Amministrazione all'avanguardia, pronta ad abbracciare le sfide dell'era digitale e della transizione energetica, fornendo servizi sempre più mirati e nati dall’ascolto delle necessità di cittadini e imprese”.

Col digitale “una PA più equa”

“Il Pnrr si sta confermando un’occasione unica per innovare il settore pubblico, sia per quanto riguarda gli enti locali, che per la Pa centrale, che possono sfruttare la digitalizzazione per operare una rivoluzione della cultura del servizio al cittadino e alle imprese. In questo senso, l’adesione alla PDND, che promuove la condivisione e l'interoperabilità delle informazioni tra le amministrazioni, è un tassello chiave per modernizzare definitivamente i servizi pubblici e favorire lo sviluppo di soluzioni innovative costruite sulla base di fonti certificate e univoche. I dati, quando sono interoperabili, diventano il motore di un’innovazione che ha al suo centro le persone, perché abilitano una PA puntuale ed efficace, alleata di cittadini e imprese, con un’offerta di servizi efficiente e facilmente accessibile, alla portata di tutti, proattiva nei confronti dell’utente. Una PA più equa” sottolinea Fabio Meloni, CEO di Deda Next. “Milano con cui collaboriamo per l'integrazione delle piattaforme nazionali, è anche quest’anno tra i comuni più virtuosi e continua a lavorare per migliorare ulteriormente la propria maturità digitale”.

Fabio Meloni, ceo di Deda Next
Fabio Meloni, ceo di Deda Next

Servizi digitali

Secondo l’indagine, migliora l’offerta dei servizi online erogati dai Comuni, sia in termini quantitativi che qualitativi. Ad esempio, a livello qualitativo, il numero di Comuni che rispetta almeno parzialmente i principali requisiti del template di sito comunale di Designers Italia è cresciuto dai 19 del 2023 ai 61 del 2024. A livello quantitativo, sul totale dei 25 servizi nella misura 1.4.1 del Pnrr, ne sono mediamente disponibili 13 (erano 11 nel 2023), ma la media sale a 15 se si considerano anche Suap e Sue (servizi reintrodotti in questa edizione dell’indagine).

Piattaforme nazionali

Si confermano i trend di crescita nell’adozione delle piattaforme abilitanti, un dato ormai costante dal 2021. Su 19 servizi monitorati, la media di quelli per cui è prevista l’autenticazione tramite SPID sale dal 6,9 del 2023 al 7,7 del 2024, mentre quelli con accesso CIE passano da 5,6 a 6,7. Le transazioni su pagoPA a marzo 2024 raggiungono i 67,7 milioni, contro i 46,1 dello stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento pari al 47%. I Comuni che espongono servizi su appIO (almeno un servizio) sono 108 (uno in più rispetto alla rilevazione 2023), mentre i servizi erogati tramite l’app crescono dai 1.987 del 2023 ai 2.957 del 2024 (+49%). La neonata SEND, attivata a luglio 2023, può già contare l’adesione di 70 dei 110 Comuni capoluogo, con una media di 2 servizi di notifica integrati per città aderente.

Open Data

Salgono da 55 a 57 i Comuni capoluogo che pubblicano dataset sui loro portali, ma arrivano a 75 (+4 rispetto al 2023) se si considerano anche le città che pubblicano open data solo attraverso il portale della propria Regione. A livello complessivo, il numero di dataset rilasciati dai Comuni in formato aperto è 16.938, +2% rispetto al 2023. Tuttavia, il livello qualitativo, calcolato sulla base delle funzionalità dei portali Open Data, della loro integrazione con il portale nazionale dati.gov.it e della conformità dei dataset pubblicati al framework DCAT-AP it scende leggermente, passando da 10,2 del 2023 a 9,9 nel 2024 (su un massimo di 15).

PDND - Interoperabilità

Sebbene il lancio della PDND sia relativamente recente (ottobre 2022), la piattaforma ha visto una crescita progressiva, con 5.907 Comuni aderenti e oltre 6.500 e-services esposti sul catalogo. Tra questi ci sono 31 Comuni capoluogo, per un totale di 147 servizi esposti. Già 97 Comuni utilizzano e-services esposti da altre amministrazioni e fruiscono in media di 4,4 servizi tra quelli esposti sulla PDND. Complessivamente, l’e-service più utilizzato è il servizio di notifiche digitali di SEND (85 città capoluogo), seguito dal servizio di consultazione dei domicili digitali di INAD (46) e da quello di accertamento della residenza (24).