
Lavoratori Ikea in mobilitazione: "Richieste cadute nel vuoto"
"Senza integrativo non dormiamo più". Ieri, flash mob dei lavoratori Ikea a Carugate, per raccontare il loro disagio i dipendenti, - nel quartier generale alle porte di Milano sono un migliaio degli oltre 7.400 in Italia - hanno allestito una camera da letto. Prosegue la mobilitazione per il rinnovo del contratto interno al colosso del mobile scaduto nel 2018.
Dopo la proclamazione dello stato di agitazione e un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno indetto un’altra giornata di protesta in tutto il Paese fra sabato e lunedì. Obiettivo, "sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni occupazionali e sulle nostre richieste cadute nel vuoto", spiegano. Dopo oltre un anno e mezzo di trattative, "l’azienda ha scelto di voltare le spalle ai propri dipendenti".
Tra le principali criticità denunciate dalle sigle, "il mancato riconoscimento delle maggiorazioni per i nuovi assunti che crea disparità di trattamento tra chi ha le stesse mansioni, un sistema che non valorizza la crescita; l’eliminazione della “malattia statistica” e l’obbligatorietà del lavoro festivo, che limita la conciliazione tra vita e professione".
"In un contesto in cui le relazioni sono ridotte al minimo, con una percentuale alta di contratti part-time senza possibilità di integrazione oraria - sottolineano le segreterie - Ikea introduce nuovi modelli di business che riducono l’agibilità sindacale nei punti vendita di prossimità. Meno diritti e meno tutele in netta contraddizione con i valori dichiarati dal management". La replica del gruppo svedese dell’arredamento: "La nostra proposta accresce le condizioni già in essere sia sotto il profilo del welfare che delle maggiorazioni già ampiamente migliorative di quanto previsto dal contratto nazionale".