
Lucilla, Lucrezia e Ludovico Bonaccorsi
Milano – Non ci sono ancora intese formalizzate o accordi nero su bianco, ma l’Hotel Milano Scala potrebbe riaprire in futuro con una nuova gestione che segnerebbe una tappa nel percorso di espansione di LùBar, che ha il suo locale simbolo nella Galleria d’Arte Moderna (Gam) in via Palestro. L’operazione, se dovesse andare in porto, segnerebbe il debutto nel ramo hotel (mettendo una bandierina in via dell’Orso, a Brera) per il progetto di street food creato in Sicilia, nel 2013, da Lucilla, Lucrezia e Ludovico Bonaccorsi, figli della stilista Luisa Beccaria.

Un’operazione che vede in gioco anche il futuro dei 21 dipendenti (19 a tempo indeterminato e 2 a termine) che lavoravano nello storico hotel 4 stelle chiuso nei giorni scorsi, con uno strascico di proteste sindacali. La società Capoberta srl ha venduto infatti l’albergo a una società immobiliare, e LùBar sarebbe interessato a subentrare prendendo in mano la gestione con imponenti lavori di restyling.

Nel frattempo, assicura Capoberta, i dipendenti continuano a percepire lo stipendio, mentre sono in corso le trattative sindacali che potrebbero sfociare in un licenziamento collettivo o in una procedura di cassa integrazione. Molto dipende dai tempi della riapertura, perché personale esperto e qualificato potrebbe presto ricollocarsi in un settore, quello dell’hotellerie, che a Milano è sempre alla ricerca di personale.
“La proprietà ha agito con tempestività e trasparenza nell’informare tutto il personale e i propri stakeholder di riferimento in merito alla vendita della struttura e al futuro dell’hotel – spiega Capoberta in una nota –. In particolare, in data 11 aprile 2025, quasi 3 mesi prima della cessazione delle attività, si è svolto un incontro formale con i dipendenti durante i quali è stato comunicato che l’hotel non sarebbe stato più operativo a partire da fine giugno 2025. Al 18 aprile le organizzazioni sindacali erano già coinvolte, nonostante non fosse stata in programma l’apertura di alcuna procedura di licenziamento collettivo, e da allora è stata avviata la discussione congiunta sulle misure a sostegno dell’occupazione, con l’obiettivo di individuare insieme misure concrete di accompagnamento e supporto”.
La società si dice quindi “impegnata in un confronto” con i sindacati per “definire un pacchetto di misure in grado di supportare i dipendenti”. Sulla vicenda era intervenuta, nei giorni scorsi, la Fisascat Cisl: “Non è accettabile che in una città come Milano si possa chiudere una struttura alberghiera di rilievo – denunciava il sindacato – scaricando sul personale ogni costo e aggirando i percorsi di confronto previsti dalla legge”.