LUCA TAVECCHIO
Economia

Grissinificio Edelweiss, tutti in coda nella bottega senza sito internet e social: “Le cose fatte a mano sono sempre più buone”

I prodotti del forno in via Teodosio vanno a ruba: alle spalle settant’anni di storia. “Nostro padre arrivò a Milano a 14 anni per fare il panettiere, portiamo avanti la tradizione”

Lorena Arcari, titolare insieme al fratello Antonio e alla sorella Rossella del grissinificio Edelweiss

Lorena Arcari, titolare insieme al fratello Antonio e alla sorella Rossella del grissinificio Edelweiss

Milano – Ci sono i food influencer e i food blogger, le campagne Ad su Instagram o TikTok, le stories, i reel. E poi ci sono i grissini Edelweiss. Niente pagine sui social (ce n’è una, ma viene aggiornata di rado e in pratica serve solo per non farsi fregare il nome), niente sito, niente internet. "E chi c’ha tempo?", ride Lorena Arcari, titolare insieme al fratello Antonio e la sorella Rossella di questa piccola istituzione golosa milanese.

In un panorama affollato di presenzialisti digitali come quello gastronomico, Edelweiss è una clamorosa eccezione analogica. Solo teglie, forni, il negozio da 70 anni in via Teodosio, il lavoro. E l’assedio costante dei clienti. Tanto che le prenotazioni per Natale sono aperte già da un mese. Con regole ferree: massimo 10 pacchi a testa e ritiro entro le 12 del giorno stabilito. Il tutto segnato a penna da Lorena su una grande agenda. "Mi raccomando – dice la titolare al telefono – arrivi entro le 12 se no poi li vendo".

Il negozio di Edelweiss in via Teodosio
Il negozio di Edelweiss in via Teodosio

Il Grissinificio Edelweiss, è una di quelle poche botteghe milanesi che non hanno davvero bisogno di pubblicità. Ha una produzione che non può superare una certa soglia, 6.000 grissini al giorno, e un esercito di clienti che arriva da tutta la città. Dopo mezzogiorno gli scaffali sono già quasi vuoti. La formula tipo dell’avventore del pomeriggio è sempre la stessa: "Buongiorno, cosa è rimasto?". Non molto di solito. "Il prodotto lo vendiamo sempre tutto. Non ci sono quasi mai avanzi", ammette soddisfatta Lorena.

I grissini di Edelweiss appena sfornati
I grissini di Edelweiss appena sfornati

Ma qual è il segreto di questi grissini che scatenano una dipendenza simile a quella della droga? Sicuramente c’è il fatto di essere l’unico forno così specializzato in città, poi ci sono gli ingredienti, la tradizione, la fatica. Ma il vero fattore decisivo del successo è un altro. Talmente lontano dalle logiche del marketing da essere in fondo rivoluzionario: "Qualsiasi cosa fatta a mano è più buona, non c’è niente da fare", dice Lorena. Che di cose fatte a mano ne sa qualcosa: i 6.000 grissini giornalieri sono infatti tirati con pollice e indice uno a uno. "Siamo in quattro a realizzarli. Io personalmente ogni mattina faccio questo gesto 1.500 volte", spiega mimando con le mani l’allungamento di una striscia di pasta lievitata.

La storia del grissinificio parte nel 1953 con un altro proprietario. Passa di mano varie volte fino al 1996 quando arriva Franco Arcari, padre dei tre attuali titolari. "Era arrivato da Cremona negli anni ’50, quando aveva solo 14 anni. E aveva subito iniziato a lavorare come panettiere. Dopo pochi anni aveva già un suo negozio". Oltre a quello del pane, il signor Franco ha anche il pallino degli affari. "Negli anni ha preso tanti negozi, anche locali diversi dalle panetterie. Li prendeva, li sistemava, li faceva funzionare e poi li rivendeva". Un giro che si è fermato, appunto, davanti all’insegna gialla di via Teodosio, con quel nome così insolito per un forno: "Ci vide qualcosa, una potenzialità che altri non vedevano. Prese il negozio proprio con l’idea di lasciarlo poi ai figli. E così è stato. Quando se n’è andato, nel 2007, è toccato a noi".

Ed eccoli qui, tanti anni dopo, i tre fratelli al lavoro: Antonio dalle 4 della mattina si occupa di impasti e lievitazioni, poi arrivano Lorena, Rossella e altre due collaboratrici che tirano i grissini e li cuociono. Dalle 7 comincia la processione dei clienti, che finisce alle 18.30. "È una fatica, arrivo a casa la sera stanca morta. Però la soddisfazione che ci dà questo lavoro è unica. Vedere quanto viene apprezzato dai clienti, sentire la stima e la fiducia delle persone è una cosa capace di cancellare anche la stanchezza". Altro che clic su internet e like sui social.