Se è vero che la fiera è un termometro dello stato di salute di un settore, il clima percepito alla 44esima edizione di BIT – Borsa Internazionale del Turismo- è stato perfino più caldo di questi primi, anomali, giorni di febbraio vissuti a Milano. Da domenica 4 fino a martedì 6 compreso l’Allianz MiCo ha ospitato gli attori della Travel Industry di tutto il mondo, dai viaggiatori agli operatori, per accendere i riflettori sulle novità e le nuove sfide che il comparto turistico dovrà affrontare nei prossimi anni. L’obiettivo è provare a dare continuità agli ottimi risultati ottenuti nel 2023. I dati infatti dicono che, nonostante i conflitti internazionali e lo stato di perma-crisi in cui viviamo, viaggiare rimane una delle poche attività irrinunciabili: nell’ultimo anno sono stati registrati 1,29 miliardi di viaggi, in notevole aumento rispetto al 2022.
Ed è per questo che BIT, con oltre 1100 espositori provenienti da 66 Paesi diversi, diventa un momento di incontro e di riflessione fondamentale per dare risposte e stimolare progetti innovati in un settore in continua evoluzione. “Ci sono due parole in particolare che riecheggiano tra gli stand e tra i nostri operatori” ci racconta Paolo Pizzoccaro, Exibition Director di Fiera Milano, riguardo alle nuove priorità dei turisti. “La prima è personalizzazione. Oggi si cerca un viaggio confezionato su misura che segua in primis le esigenze dei viaggiatori ma anche le loro passioni. La seconda è sostenibilità. Una volta era un termine utilizzato più per la comunicazione, oggi è un criterio con cui organizzare e proporre itinerari di viaggio all’insegna della consapevolezza e del rispetto del territorio”. Secondo uno studio di Fondazione Univerde il 60% dei viaggiatori italiani tiene conto dell'aspetto ambientale nella scelta delle destinazioni. Un trend, quello di tener conto dell’impatto ambientale dei proprio viaggi, che ha aperto per la strada al turismo outdoor, slow e “delle origini”, sulla scia di una diffusa tendenza a rifuggire dal mainstream e dall’overtourism. I viaggiatori, dunque, scelgono mete meno note, con proposte immersive, a contatto con la natura o con le tradizioni locali. Ed è più o meno su qusto concetto che si basa la strategia di Marco Bruschini, direttore ATIM Marche, per ampliare la platea di turisti stranieri nella sua regione: “Siamo stati a lungo una regione chiusa, per motivi infrastrutturali e culturali. Dobbiamo sfruttare questi aspetti che possono sembrare negativi ma sono in realtà positivi: essendo un territorio chiuso abbiamo mantenuto le tradizioni. Servono eventi rivolti ai mercati in cui vogliamo fare promozione che raccontino cosa, dove e come sono le Marche. Ma soprattutto servono più voli: possiamo avere la più bella regione d’Italia ma senza collegamenti non hai le gambe per promuoverti”. Quello degli aerei è un problema non solo delle Marche. Anche la Sicilia, per esempio, si trova a dover lottare contro il caro biglietti, soprattutto durante i periodi di alta stagione. “La Sicilia paga a caro prezzo il fenomeno del caro biglietti, soprattutto nel periodo estivo” spiega Manlino Messina, ex assessore al turismo della regione, oggi al governo con Fratelli d’Italia. “Come governo regionale e nazionale abbiamo già elaborato una proposta sugli sconti aerei, ma non basta. Il numero di voli per la Sicilia deve aumentare non solo nel periodo estivo, ma durante tutto l’arco dell’anno in modo da favorire la destagionalizzazione. Dobbiamo lavorare ancora di più sul tema trasporti perché la Sicilia può essere goduta tutto l’anno. Poi però bisogna alzare il livello dell’offerta turistica a 360°: con la nostra gastronomia, l’organizzazione di eventi culturali, sportivi e spettacoli musicali possiamo attirare grandi flussi dal Nord Europa”.
L’organizzazione di eventi sta assumendo un ruolo sempre più importante nel turismo internazionale. I dati rivelano che dove si svolgono grandi concerti o eventi sportivi di grande rilevanza si registrano anche livelli di occupancy più alti del 70%-80% rispetto alla media (Lighthouse, 2024); aumentando la booking window (il 57% dei viaggiatori prenota con almeno 2 mesi di anticipo) e la willingess to pay (il 31% aumenta il proprio budget pur di essere presente). E anche per queste ragioni che l’Emilia-Romagna sta lavorando per rafforzare la sua immagine di Sport Valley italiana con grandi appuntamenti internazionali: “La partenza del Tour de France, l’Open d’Italia di golf, il Giro d’Italia, il Motomondiale di Misano Adriatico e la Formula1 di Imola. Per noi lo sport è diventato un fortissimo attrattore turistico oltre che un generatore di indotto economico per il nostro territorio”, spiega Andrea Corsini, assessore al turismo dell’Emilia-Romagna. “Oltre alla BIT abbiamo un calendario di fiere ed eventi all’estero perché vogliamo puntare sempre di più sull’internazionalizzazione della nostra offerta”. Non bisogna dimenticare infatti che l’Europa si conferma prima meta di viaggio per i turisti internazionali (700 milioni di arrivi, pari al 54% del totale). L’Italia è tra i Paesi europei più scelti: nei primi 11 mesi dell’anno (dati ISTAT, 2024), si registrano, infatti, 118,2 milioni di arrivi e 397,5 milioni di presenze (rispettivamente +5,4% e +0,7% sul 2022, stesso periodo), con un incremento significativo del tasso di internazionalizzazione. A confermare quest’ultimo dato, subentrano i numeri registrati nel 2023 da Assoareoporti, che segnala 183 milioni di passeggeri, di cui il 65,6% stranieri (cresce al +29% il traffico internazionale). L’Italia si conferma meta più desiderata, soprattutto dal segmento altospendente, anche secondo Euromonitor (2023) che inserisce Roma (7° posto) e Milano (13°) tra le prime 15 Top Travel Destination.