Emergenza coronavirus: "Per Milano non è un danno. È un disastro"

L’amministratore del Magna Pars: "Vicenda gestita in modo pessimo, ne paghiamo le conseguenze"

Turisti orientali con la mascherina in Galleria

Turisti orientali con la mascherina in Galleria

Milano, 4 marzo 2020 - È il mondo alla rovescia: le prenotazioni che sfumano e le disdette che si accumulano, peraltro nel cuore della Milano trendy e nel primo hotel dei profumi del mondo. "Non è un danno: è un disastro. La vicenda del coronavirus è stato gestita in modo pessimo e ne paghiamo le conseguenze. Ma reagiamo con compostezza e realismo. Offrendo ai clienti l’eleganza che meritano ma anche rassicurazioni". Ci sono preoccupazione e indignazione, ma anche pragmatismo e voglia di resistere, nelle parole che arrivano da Roberto Martone, amministratore unico del Magna Pars, cammeo dell’hôtellerie di charme nel design district Tortora e gioiello del Gruppo ICR-Industrie Cosmetiche Riunite.

Con un dato pesante: un tasso di occupazione delle camere bassissimo rispetto al 94% registrato solo pochi giorni fa, durante la settimana della moda. «Le cifre sono ingenerose, bisogna prenderne atto. E riguardano sia la clientela italiana che quella straniera. Attualmente, al Magna Pars, abbiamo 55 suites: siamo prima scesi al 25% e adesso al 14% di occupazione. E non va meglio nell’ambito congressuale. Ospitiamo ogni mese una dozzina di eventi. E ora ci troviamo con l’annullamento di quelli programmati fino a tutto aprile". Con conseguenza anche sulla voce food&beverage. "Inevitabile. Abitualmente il nostro ristorante opera per la cena con una cucina di mare e, a pranzo, con una proposta bistrot. L’attività serale è stata cancellata. E registriamo una presenza media di 6-8 persone su 60 coperti disponibili". In che modo cercate di gestire i timori degli ospiti? "Il loro stato d’animo va rispettato e anche interpretato. Abbiamo sanitarizzato gli spazi comuni e piazzato pannelli informative nella hall, invitandoli a seguire le precauzioni indicate dalle autorità regionali e nazionali. E abbiamo fornito le camere di presidi igienizzanti e medici".

Ma i conti non tornano. Molti alberghi sono in crisi. "Il nostro è un gruppo imprenditoriale che può affrontare questa difficile congiuntura. Una cosa è certa: non ricorreremo a licenziamenti. Piuttosto, abbiamo chiesto ai dipendenti che hanno ferie da consumare, di farlo in questo periodo. Al Magna Pars non applicheremo invece tariffe ridotte: non sarebbe una politica sensata in un hotel come il nostro". Da imprenditore, che idea si è fatto di questa situazione? "Si è voluto gestire la vicenda coronavirus con una comunicazione disastrosa e contraddittoria, con il risultato che il made in Italy è in ginocchio, l’Italia viene percepita come Paese a rischio e gli stessi italiani sono considerati persone pericolose, da non avvicinare. C’è da sperare che il termine di questo incubo non sia lontano. Ma una cosa è certa: siamo stati autolesionisti. Peggio, sconsiderati".  

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