"Libere di...vivere" al Wow Spazio di Milano

Fino al 6 febbraio nella sede di viale Campania una mostra sulla graphic novel "La ragazza di stracci"

La graphic novel “La ragazza di stracci”

La graphic novel “La ragazza di stracci”

Milano - C’era una volta... nel Salento pugliese, un signore ricchissimo quanto crudele e malvagio. Il Barone di Castro, padrone di tutte le terre attorno a quel paese, era naturalmente anche avaro, avarissimo, tanto da lasciar morire la moglie di dolore, stroncata dalle sue angherie, e da costringere la figlioletta a coprirsi di poveri stracci. La piccola cresceva cupa e triste. Finché un bel giorno le apparve una fata buona, che le donò un vestito stupendo, stracciando quello vecchio e logoro che indossava. Gli stracci di quel misero vestitino volarono insieme al vento ad adagiarsi sulle pareti di una grotta che si apriva in quel tratto di costa. Il perfido Barone, invece, venne scagliato dalla fata, come suol dirsi dura ma giusta, nelle acque che riempivano quella grotta, acque scaturite dall’inferno. I crostacei che si trovarono ad assistere all’evento, miseri, rimasero accecati per sempre. La bimba, invece, incontrò poi un principe ricco e buono. E i due vissero felici per sempre. Gli stracci nel dialetto locale si chiamano “zinzuli”. E la grotta venne chiamata Zinzulusa. 

Lunga almeno 260 metri, visitabile nei primi 160, da oltre 100 mila turisti all’anno, che la rendono uno dei dieci sistemi carsici mondiali a maggior rischio, set naturale per il sommo Carmelo Bene per alcune sequenze, nel 1968, del suo “Nostra Signora dei Turchi”, la Zinzulusa con la sua leggenda triste e bella è stata ora scelta da Global Thinking Media per denunciare il dramma della violenza economica, ma non solo, anche fisica, sino all’omicidio, che colpisce le donne, troppe donne. 

La storia è stata affidata a due artisti dell’Anonima Fumetti, al secolo il prolifico sceneggiatore Nico Vassallo e l’illustratore e pittore Marcello Restaldi, che ne hanno ricavato “La ragazza di stracci”, bilingue, italiano e inglese. La graphic novel, suggestiva, emozionante, dall’innegabile valore sociale, da ieri al 6 febbraio si trasforma, nelle sale di Wow Spazio Fumetto, viale Campania 12, nella mostra “Libere di... VIVERE”, bel titolo benaugurante, parte del progetto “Crei-amo cambiamento”. Una mostra anche sperimentale: il visitatore munito di telefonino o tablet e auricolare si sentirà recitare le pagine del Fumetto senza dover leggere le “nuvolette”. Potete dimenticare a casa gli occhiali...  

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