ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Van de Sfroos fa già tutto esaurito. "Con Maader Folk riparto da casa"

Lombardia e poi anche Trentino, mentre per l’estate il cantautore comincerà a spostarsi verso il Sud

Il cantautore e chitarrista Davide Van De Sfroos

Milano - Como, Bormio, Lecco, Varese, Saronno, Bergamo, Gorgonzola. La voglia di fare la valigia e riprendere la strada per portare tra la gente il nuovo album "Maader Folk" affiora in tutta evidenza dal ruolino di marcia con cui Davide Van de Sfroos è tornato a battere palmo a palmo il territorio lombardo. Ieri sera il cantautore laghée (nato, però, a Monza) era al Teatro Sociale di Mantova e domani è a Milano, sul palco di un Dal Verme esaurito fino all’ultimo posto dove replica pure martedì.

È ripartito da casa. "Sì, anche se con puntate in Trentino, in Alto Adige, in Veneto, in Emilia e in Svizzera. Poi in estate comincerò a sostarmi verso il Sud e le isole. Rispetto ai concerti all’aperto, nei teatri cambia un pochino la spinta. Al chiuso hai tutto sotto controllo, perché la gente è concentrata e ti segue ovunque vai, mentre d’estate devi giocarti la carta di un rock-folk energico per coinvolgere anche chi si sta bevendo la sua birra al bar. Nei teatri rendo giustizia a ‘Maader folk’, che tanto ha dovuto attendere per trovare una sua dimensione live, suonandolo per intero, mentre in estate la scaletta tornerà ad annusare (e ad adeguarsi) agli umori del momento". 

Reazioni? "Dopo aver atteso per sette anni un nuovo album d’inediti, il pubblico non vedeva l’ora di ritrovarsi nell’emotività di canzoni come quelle che ho raccolto in ‘Maader folk’; in concerto le mascherine non bastano a stoppare i cori, anche perché i cinque mesi trascorsi dalla pubblicazione hanno permesso di metabolizzarlo come si deve. E poi c’è da dire che, in scena, coi miei compagni di strada Angapiemage Galiano Persico, Paolo Cazzaniga, Silvio Centamore, Matteo Luraghi, Thomas Butti e Daniele Caldarini riusciamo a renderlo in modo molto simile all’originale". 

…anche se manca Zucchero. Beh, ‘Oh Lord vaarda gio’ è nata senza di lui che poi, però, sul disco l’ha impreziosita con la sua voce inconfondibile. Speriamo tutti, comunque, che un giorno Zucchero passi sotto al palco e salga a dare il suo contributo".

C’è qualche canzone del nuovo album che, una volta diventata di pubblico dominio, l’ha sorpresa? "Che l’album arrivasse all’anziano o al muratore era anche ipotizzabile, ma che i bambini maturassero una predilezione per ‘Il mitico Thor’ non potevo certo prevederlo; che gente al lavoro dalla mattina alla sera davanti ad un computer si rivedesse ne ‘El vagabuund’, pure".

Pesa intrattenere le persone da un palco in tempo di guerra? "Una chitarra e un microfono dovrebbero aiutare la gente a stare bene. E io mi spendo per questo. Se sono riuscito a cantare a Cracovia dopo aver visitato Birkenau, ce la farò pure in questo tour, tenendo bene a mente assieme a chi mi ascolta, però, quale dovrebbe essere l’animo degli uomini di buona volontà".