Milano, Triennale. 23esima Esposizione Internazionale: 3 grandi mostre, 400 artisti

Porte aperte al pubblico a partire da venerdì: ben 23 Stati presenti. Per esplorare l’ignoto, stupirsi ancora

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Tre grandi mostre e una costellazione di altre più piccole, 23 partecipazioni internazionali, progetti speciali, seicento opere di 400 artisti e scienziati. Numeri e contenuti imponenti per questa 23esima Esposizione internazionale promossa da Triennale in collaborazione con il Bureau International des Expositions (BIE) e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (15 luglio-11 dicembre, biglietto intero 22 euro, 18 ridotto).

Con un tema guida che esplora "quello che non sappiamo di non sapere", Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, "che non vuole essere la constatazione di un limite ma la percezione di una forma di conoscenza che rispetta l’ignoto, a volte abbracciandolo, a volte eludendolo ma sempre accettandolo come presenza costante della nostra vita". E non resta che accogliere il suggerimento di Ersilia Vaudo astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea, che ha curato la splendida mostra tematica.

"Lo sconosciuto diventa una dimensione a cui lasciarsi andare, un’occasione di meraviglia" ed è cosi mentre si attraversa la Curva al primo piano, fra formule matematiche, società post umane, satelliti, particelle (oltre cento tra le opere di artisti, da Anish Kappor a Refik Anadol con il suo abbraccio scontro fra La Galassia di Andromeda e la Via Lattea). Conviene prendersi tutto il tempo possibile per visitare l’Esposizione. Incanta la mostra Il corridoio rosso, di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa su progetto di allestimento di Margherita Palli.

Un’esposizione che ricostruisce in modo realistico l’interno di una casa borghese del primo Novecento, dove il mistero si cela dietro a ogni porta chiusa. In una sala addobbata con velluti rossi spicca L’Automa Settala, realizzato nel Seicento e appartenuto a Manfredo Settala, canonico di San Nazaro e appassionato collezionista di mirabilia: veniva usato dal suo artefice per sorprendere sino allo spavento i suoi ospiti, grazie a un raffinato meccanismo che metteva in moto occhi, lingua e testa.

L’architetto Francis Kéré, Pritzker Architecture Prize 2022 cura il padiglione del Burkina Faso; invita ad utilizzare tutti i sensi e anche la manualità: Drawn Together è la parete che i visitatori potranno decorare. Il continente africano è rappresentato da 6 padiglioni nazionali: Ghana, Kenya, Lesotho, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda e per la prima volta Burkina Faso. Sua anche la torre alta 12 metri e decorata con i motivi tradizionali della sua terra, che accoglie i visitatori in Triennale.

 

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