Tricarico: "Io e Pieraccioni autori per lo Zecchino d’oro"

“Mozart è gestito male“ è la canzone di Tricarico e del regista toscano: parla della differenza tra opinione e scienza, il male di oggi

Tricarico uscirà l’11 dicembre con il nuovo singolo “Mi manchi negli occhi“

Tricarico uscirà l’11 dicembre con il nuovo singolo “Mi manchi negli occhi“

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Milano, 5 dicembre 2020 - Stop , macchina indietro. Bisogna riavvolgere la pellicola di quindici anni e irrompere sul set di “Ti amo in tutte le lingue del mondo” per risalire all’inizio di quell’amicizia tra Francesco Tricarico e Leonardo Pieraccioni rinnovata proprio ieri da “Mozart è stato gestito male”, il brano scritto assieme per lo Zecchino d’oro. Interpretato dalla bergamasca Martina Serravalle, 9 anni, e dal chioggiotto Davide Bellemo, 6, il pezzo figura nella compilation di questa 63° edizione della Sanremo dell’Antoniano, impreziosita pure da altri autori di nome come Simone Cristicchi, Franco Fasano e Paolo Belli. "L’idea è nata giocando, lì per lì ce la siamo cantata noi, ma poi abbiamo pensato che sarebbe stata più giusta per lo Zecchino", ammette il cantautore milanese, 49 anni, che nel film dell’amico cantava la canzone finale e interpretava un cameo. "Soprattutto in un periodo come questo, in cui i bambini sono i meno coinvolti, ma i più provati, senza gioco, senza calcio, senza scuola, senza divertimenti. Penso che vedremo i risultati di tutto questo tra qualche anno".

Qual è la funzione di una canzone per l’Antoniano? "I bambini non hanno certo bisogno d’immaginazione, ma la canzone è un modo per allenarla, per tenerla attiva".

Perché, secondo lei e Pieraccioni, Mozart “è stato gestito male”? "Il pezzo parla della differenza tra opinione e scienza. Dove c’è l’opinione vale tutto, perfino che John Fitzgerald Kennedy è ancora vivo e s’incontra con Elvis. Il nonno parla ma i bambini non l’ascoltano e lui dice ‘sai che c’è Mozart è stato gestito male’. Questo per puntare il dito, col sorriso, su un pensiero di superfice che non ha nessuna voglia di farsi più profondo. E su un dibattito in cui spesso a parlare è chi non sa e chi sa se ne sta zitto".

Un male del paese. "Sì, la canzone intende dare risalto a quello che dovrebbe essere l’investimento più importante di una nazione: la formazione. Perché la mente dei cittadini di domani sia più aperta possibile e l’immaginazione non rimanga chiusa in casa".

Ma il pezzo com’è nato? "Da una nostra riflessione sulla trap. Leonardo mi ha girato un’idea musicale che aveva sentito da sua figlia e abbiamo pensato di fare una cosa del genere pure noi in bilico tra lo scioglilingua e, appunto, la trap".

A quando il suo nuovo album? "L’11 dicembre esce il singolo ‘Mi manchi negli occhi’ nell’attesa di pubblicare a marzo un nuovo album. Tutto con la speranza di tornare a far vivere i teatri, perché, tra sale chiuse e prime della Scala in streaming, questo che stiamo vivendo sembra sempre più un film di François Truffaut. Un ‘Fahrenheit 451’ formato pandemico".

Ma è solo una questione sanitaria o anche politica? "Che c’è un virus in circolazione è fuori di dubbio. Abbiamo visto in giro per il mondo modi diversi di affrontarlo e se il nostro è il migliore non lo so. Certo è che se tutti in estate avessimo usato un po’ di responsabilità non ci ritroveremmo, forse, stretti tra i divieti di questa specie di giardino d’infanzia”.  

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