Lo stemma dei Poldi Pezzoli torna a palazzo

Trafugato subito dopo la guerrra, è stato ritrovato nel 2018 a una vendita all’asta ed ora consegnato al luogo originario

Lo stemma dei Poldi Pezzoli

Lo stemma dei Poldi Pezzoli

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È tornato a casa, anzi, a palazzo. Il monumentale stemma gentilizio dei Poldi Pezzoli ha ripreso il suo posto d’onore nel museo di via Manzoni 12. Anche per lui la guerra è finalmente finita: era stato trafugato il 3 dicembre 1946, durante l’apertura del cantiere installato per dar vita ai lavori di ricostruzione postbellica dell’edificio, colpito da devastanti bombardamenti nel corso del conflitto mondiale.

Il recupero del prestigioso pezzo storico è scattato nel dicembre del 2018 in seguito alla segnalazione della vendita all’incanto di uno “stemma scultoreo in bronzo” pubblicata sul catalogo di una nota casa d’aste da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Milano, in particolare sotto la guida di Antonella Ranaldi e Raffaella Bentivoglio-Ravasio, in collaborazione con i carabinieri di Monza diretti dal maggiore Francesco Provenza. Torna a palazzo, lo stemma, ma non nella sua collocazione originaria, sul balcone del Salone Dorato. Motivi di sicurezza, ma anche di visibilità, hanno indotto il Poldi Pezzoli a scegliere di esporlo all’ingresso del museo, sul cornicione di accesso allo Scalone Antico: "Una sorta di benvenuto ai visitatori - ha dichiarato Annalisa Zanni, direttrice del Poldi Pezzoli - e testimonianza dell’ottimo gioco di squadra possibile fra tutte le diverse realtà che operano nella conservazione e nella tutela del nostro prezioso patrimonio".

Lo stemma bronzeo ha forma ovale, sagomata e sormontata da corona e cornice, sviluppata a volte e attraversata da nastri e corde, arricchita da una conchiglia sulla parte superiore e fronde di quercia ai lati. Nei quattro quarti dello stemma sono raffigurati un gallo fissante un sole d’oro, un’aquila, un piede e nuovamente un’aquila. Il bronzo, realizzato fra il 1875 e il 1880, è opera di Ludovico Pogliaghi, artista lombardo nato a Milano nel 1857 e scomparso nel 1950 al Sacro Monte di Varese, dove si era costruito una monumentale villa in stile eclettico. Di Pogliaghi, scultore, pittore e scenografo, l’opera più famosa resta la porta centrale del Duomo di Milano, inaugurata fra il 1906 e il 1908: sui battenti sono illustrate le “Gioie” e i “Dolori” della Vergine. Notevole anche l’intervento decorativo in tre sale a Palazzo Turati. Tuttora conservato.

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