Modà, il frontman"Kekko" Silvestre: "Torniamo a Sanremo con meno ansia"

Il racconto: dalle introspezioni di "Lasciami" che portano il gruppo milanese alla quarta partecipazione al festival sino ai dieci anni di “Gioia“ e venti di hit parade

Il gruppo dei Modà

Il gruppo dei Modà

Vent’anni di hit parade e dieci di Gioia. Sì, "Gioia" con la maiuscola. I Modà tornano, infatti, al Festival della Canzone Italiana per festeggiare un doppio compleanno; quello del loro primo ep "Via d’uscita" e quello dell’album decisivo della loro carriera, riuscito nel 2013 a consolidare coi suoi cinque platini lo straordinario exploit del predecessore "Viva i romantici". Le introspezioni della nuova "Lasciami" regalano al gruppo milanese la quarta partecipazione, dopo il debutto nel 2005, fra i giovani, con "Riesci ad innamorarmi", il secondo posto nel 2011 con quella "Arriverà" a tu per tu con Emma e il terzo del 2013 con "Se si potesse non morire". Tutto nell’attesa di sbarcare il nuovo tour teatrale agli Arcimboldi (29 marzo, 5-6 e 11 aprile, 2 e 26 maggio), al Grana Padano Theatre di Mantova (31 marzo) e al Dis_Play di Brescia (13 e 26 aprile). A parlarne è il frontman Francesco "Kekko" Silvestre.

Sono passati dieci anni dall’ultima partecipazione. Voi siete cambiati e pure il Festival. "Non abbiamo più il peso sulle spalle di piazzarci ai primi posti come accadeva allora pressati dalle responsabilità che ci davano dischi di diamante e concerti negli stadi. Avere meno occhi puntati ci consente di tornare in Riviera con meno stress presentandoci, comunque, al massimo delle nostre possibilità. Il cast di questa edizione è molto vario, non siamo i soli a portare musica ‘datata’".

«Lasciami» parla di depressione. In gara ci sono diverse canzoni sull’argomento. Che succede?

"Non è una casualità. Il Covid ha portato le persone a chiudersi con effetti pesanti su chi, come me, di depressione ha sempre un po’ sofferto. Non penso però che sia un Sanremo depresso, ma un Festival di artisti che hanno bisogno di parlare di queste cose per sentirsi meno soli. Con l’augurio che certe canzoni possano accendere una piccola fiamma in chi soffre di questa malattia".

Una città come Milano accentua o allevia il problema?

"La depressione te la porti dentro e il contesto non ha poi troppa incidenza. Penso che mi sarebbe venuta pure alle Hawaii".

Da Grignani ai Colla Zio, quest’anno i lombardi all’Ariston sono un plotone.

"Gli Articolo 31 hanno fatto parte della mia adolescenza e ritrovarli è molto curioso. Così Paola & Chiara. E poi c’è ‘Grigno’, uno dei musicisti più profondi, tormentati, maledetti e… bravi, che abbiamo nella nostra Milano. Hanno fatto tutti parte della mia vita. Altri come Lazza o Mr. Rain non li conosco, ma mia figlia ne sa sicuramente di più".

Per la serata delle collaborazioni avete scelto Le Vibrazioni.

"Abbiamo pensato di omaggiare una realtà che è stata la prima fra le band ad arrivare al successo negli anni Duemila. La loro ‘Vieni da me’ è, poi, un brano ideale per far cantare l’Ariston e il pubblico a casa".

Potendo avere chiunque, chi avreste chiamato?

"Adriano Celentano. Per cantarci ‘Il ragazzo della via Gluck’".

 

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