
Heron
Milano, 28 maggio 2020 - "Io sono il veleno, tu sei la pozione". Samuel Heron si prepara ad un’estate romantica con “Nella pancia della Balena”, brano balneare che il rapper coi tatuaggi in faccia consegna domani alle radio assieme a The Kolors con la produzione di Michele Canova. "Un pezzo figlio della quarantena scritto senza pensare al mare e alle spiagge", precisa Samuel Cortese. "La veste ‘estiva’ è data piuttosto dal ritmo latino e dalla presenza di Stash che, non so perché, viene spesso accostato all’idea di hit da ombrellone. Qualche richiamo alla bella stagione c’è, ma è velato da un filo di malinconia".
Tutto “made in Milano”. "Sì, il pezzo l’ho scritto qui a Lambrate che, in quanto zona studentesca, a fine febbraio s’è svuotata, lasciandomi ancor più solo. Pur essendo un ipocondriaco professionista, non mi sono fatto prendere dalla psicosi, ma ho fatto il bravo seguendo alla lettera le disposizioni. All’inizio gli amici mi prendevano in giro per la mascherina, poi però hanno dovuto mettersela...".
Perché The Kolors? "L’isolamento ha avvicinato artisti stilisticamente distanti. Preso atto che il pezzo aveva un potenziale pop, ho pensato a una seconda voce che desse alle parole ulteriore spessore. Stash mi è sembrato la persona giusta per spingere la mia musica pure lì dove non l’avevo mai portata".
Ovvero? "Da spezzino, credo di mettere sempre nei pezzi sapori ed umori che mi sono familiari. In questo brano Stash regala ai caruggi delle mi terre un po’ di luce e di vita dei vicoli partenopei".
Quella della balena è una metafora classica, usata da Collodi come da Oberski o Orwell. "L’immaginario a cui mi sono agganciato è quello di ‘Pinocchio’, me lo porto dentro fin da bambino. Geppetto inghiottito dalla balena mentre cerca il suo burattino, che poi troverà proprio in quel rassicurante ventre di cetaceo divenuto casa. Un po’ quel che ci è accaduto col virus: ci siamo ritrovati barricati tra le quattro mura domestiche, con la possibilità di guardarci dentro dopo aver chiuso fuori dalla porta le esasperazioni di un mondo che aveva iniziato a correre un po’ troppo in fretta".
Il brano lambisce il tema, però, solo di sfuggita. "Sì, nel ventre della balena mi sono ripiegato sul mio passato, lasciandomi prendere la mano dalla memoria e dai piccoli-grandi vuoti che ti scavano dentro i ricordi, quando ripensi a ciò che, crescendo, hai lasciato via via lungo la strada".
Ed ora? "Credo di aprire con questo pezzo un nuovo capitolo della mia vita. Non ho la pretesa di rivoluzionare il mondo, ma il mio percorso artistico sì".