REDAZIONE MILANO

McCurry svela l’India magica che non ti aspetti

"India" il nuovo libro del grande fotografo presentato alle ore 18.30 al Megastore Mondadori di piazza Duomo di GIAN MARCO WALCH

“Rajasthan, 1996 Partecipante alla festa Holi trasportato dalla folla”

Milano, 11 dicembre 2015 - Un sarto immerso immerso nell’acqua fino al collo che cerca un riparo dall’inondazione per la sua arrugginita macchina per cucire Singer. Un fedele che al largo della spiaggia di Chowpatty, nei pressi di Mumbai, porta sul capo la statua di Ganesh durante il rito dell’immersione. Un partecipante a una festa holy che si abbandona all’abbraccio della folla, umano petalo colorato. Prima ancora che un fotografo, Steve McCurry è un esploratore. Lo spiega lui stesso: «Ogni volta che parto, penso sarà per scoprire qualche cosa che non ho visto. Mi piace questo senso di stupore che da sempre mi accompagna, perché mi permette di parlare con chi ho di fronte all’obiettivo, di scoprire non solo il volto dei miei soggetti, ma la loro storia». Lo stesso stupore e desiderio di sapere, insieme a un’innegabile invidia, che colpiscono gli ammiratori di McCurry a ogni mostra, a ogni nuovo libro. Come davanti a quest’ultimo volume, “India”, edito da Electa, che il suo autore presenta oggi a Milano, alle 18.30, al Megastore Mondadori. Oltre duecento pagine formato king size, un fascinoso coloratissimo racconto che di quell’immenso Paese svela splendori e tragedie, meraviglie e miserie, in un intrico di contraddizioni.

Non che l’India, terra a un tempo religiosa e materialista, mistica e violenta, celi gelosamente i propri misteri: persino chi scrive ha avuto l’occasione di fotografare le (costosissime…) cremazioni al Makarnika Ghat di Varanasi, il luogo più sacro dell’Induismo, dove il mondo si è creato, dove il mondo finirà. Ma certo, come scrive in un’introduzione dello spessore di un piccolo saggio William Dalrymple, che l’India la conosce di un amore profondo, nessun altro che non sia Steve McCurry «avrebbe mai potuto produrre alcuno degli acclamati scatti presenti nel suo ultimo libro». Su una carrozza ferroviaria nell’Assam – la leggenda vuole che qualunque occidentale sopravviva a fatica a un viaggio in terza classe -. Nel turbolento Kashmir, colto in un angolo di quiete, tre anziani chiacchierano sotto un frondosissimo albero. A Mumbai, lontano però dall’inferno degli ultimi della terra, nel garage di un palazzo in cui alloggiano fuoriserie d’epoca che più lucide non si può. Nel Bihar, dove un monaco buddista siede davanti a una pubblicità della Coca Cola, echi di colori fra la veste e la bottiglietta. E nei ritratti. Per i pochi che non lo ricordassero, Steve McCurry è il fotografo che nel 1985 sconvolse il mondo, rivelandogli il dramma dei profughi afghani, con l’immagine di Sharbat Gula. La ragazza, poco più che bambina, dagli occhi verdi spaventati. Ma, ancor più, orgogliosi.

Oggi, ore 18.30, Megastore Mondadori, piazza del Duomo 1.