Jack The Smoker: "Il rap, una luce per tanti come me"

Jack The Smoker: io, il nuovo disco, la mia vita a Pioltello. Oggi ai ragazzi interessano più “le rime” che le panchine

Jack The Smoker

Jack The Smoker

Milano, 3 luglio 2020 - Il mondo visto da Pioltello. Dopo quattro anni di esperienze diverse, Jack The Smoker torna oggi nelle cose del rap con “Ho fatto tardi”. Un album con cui il membro della Machete Crew, al secolo Giacomo Giuseppe Romano, classe 1982, si guarda alle spalle intendendoza di questlo come omaggio “alla pureza vita, ai rapporti veri e totali, e nello stesso tempo una critica ai ritmi frenetici che oggi ci condizionano in tutto”. Un puzzle da ricomporre con 13 tessere che Jack-Giacomo condivide assieme ad amici e produttori di peso della scena cittadina. In “Mister” ci sono Lazza e Jake La Furia, in “Nuvole” Izi, in “No Mcdonald’s” MadMan, mentre Dani Faiv compare tanto in “Jetlag” che in “Fashion Week”.

Quattro anni di lontananza sono tanti. "Mi sono isolato un po’ dall’ambiente ripensando a momenti topici della mia vita per trarne un racconto autobiografico che parte dall’infanzia e dalla spensieratezza nei campetti di periferia per arrivare alle responsabilità dell’età adulta". In mezzo un trasferimento. "Sì, traumatico. Per uno cresciuto a Feltre passare, attorno ai 14 anni, dai giri in bici al Parco Lambro ad un contesto come Pioltello, che negli anni Novanta era sicuramente più duro di oggi, è stato abbastanza difficile". E lei come ha reagito? "L’hip-hop s’è rivelato la cura giusta nel momento giusto; ho scoperto altri ragazzi che facevano rime e ho provato ad imitarli. Alle medie ho incontrato, infatti, Mace e assieme abbiamo messo in piedi La Crème. È stato proprio lui ad introdurmi al mondo “rappuso” del paese". Che Pioltello trova oggi nei suoi laboratori coi ragazzi? "Come diverse altre realtà di periferia del milanese, pure qua la qualità della vita è migliorata perché la riqualificazione urbanistico-sociale degli ultimi anni ha prodotto i suoi frutti. In maniera particolare nella periferia Est noto che tra i ragazzi c’è una gran voglia di focalizzarsi su qualcosa di artistico invece che sprecare il tempo sulle panchine. E a volte gli educatori con cui mi interfaccio si stupiscono di quanto il rap sappia sollecitare gli animi, dando la scossa anche ad adolescenti solitamente distaccati da quel che gli accade attorno". L’ultimo ad avercela fatta? "L’ultimo davvero forte è stato Dani Faiv: si parla di due-tre anni fa". Se dovesse attingere da “Ho fatto tardi” una playlist di tre pezzi, quali sceglierebbe? "Il mio preferito è “Torna su” perché ci trovo tanta sincerità narrativa senza però ostentazione nostalgica delle suggestioni e dei ricordi che mi hanno spinto a scriverlo. Aggiungerei pure “Non ho mai”, perché legato da un filo di malinconia che non scivola mai nella tristezza, e “Come si fa?” con Nitro perché elenca le cose che odio in questo preciso momento storico e rappresenta quindi un contraltare al resto del disco".  

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