Grazia Lissi
Cultura e Spettacoli

Giorgio Lucchini: “Il violoncello? Una scelta del destino. Un privilegio fare musica con i miei coetanei”

Il musicista, insieme ad altri giovanissimi di talento, si esibirà a Milano e a Cerro Maggiore per rendere omaggio a Mozart

Il violoncellista Giorgio Lucchini

Il violoncellista Giorgio Lucchini

Milano, 19 novembre 2023 – Sono tutti nati nel nuovo millennio e dal nuovo millennio guardano alla musica del passato strizzando l’occhio a quella che verrà. Musicisti di talento Serena Valluzzi, pianoforte, Ludovico Mealli, violino, Daniele Trebo, viola, Giorgio Lucchini, violoncello, Denis Yudin, clarinetto, suonano insieme per la Società dei Concerti; lunedì al Teatro Rosetum, via Pisanello 16, ore 20.30, il giovanissimo ensemble rende omaggio a Mozart con “Trio in mi bem. magg. K 498”; “Kegelstatt Trio per clarinetto, viola e pianoforte” e “Quartetto con pianoforte in sol min. K 478”. Lo stesso programma è proposto domenica a Cerro Maggiore presso il Centro Parrocchiale Don Vittorio Branca, via San Carlo 18, alle ore 21. I biglietti per le due serate sono acquistabili prima del concerto: interi 5 euro e under trenta 2 euro. Simpatico e disponibile Giorgio Lucchini racconta.

Maestro, cosa significa fare musica da camera con coetanei?

«E’ un privilegio enorme condividere la propria musica con altri e quando hanno la tua stessa età, tutto diventa più facile. Essere coevi significa comprendere e condividere emozioni e sentimenti: dall’ansia pre-concerto fino alla rabbia se qualcosa è andato storto; i professionisti con più esperienza sanno gestire determinate situazioni, tra ragazzi ogni occasione è buona per imparare e crescere insieme.»

Come vi confrontate?

«Con schiettezza, in maniera diretta ma sempre educata; i compagni con cui suonerò sono i migliori, i più disponibili che potevo incontrare. Le nostre prove alternano momenti intensi e di duro lavoro, in cui possiamo manifestare le nostre idee con sincerità amicale, a momenti di divertimento che accrescono l’affiatamento fra noi.»

Suonare insieme genera amicizia o solo buoni rapporti professionali?

«Amicizia, a patto che si trovino i compagni giusti; quando suono con amici do il meglio di me ed è per questo che ogni amicizia nata nel mondo musicale per tutti noi è oro colato»

Chi ha scelto per lei violoncello?

«Forse il destino. Mia madre è pianista, quando avevo tre anni mi ha iscritto alla scuola di musica Suzuki di Vercelli, potevo scegliere fra violino e violoncello; la classe di violino era completa e sono entrato nell’altra. Il destino più dolce che potessi incontrare.»

E quando ha capito che sarebbe stata la sua professione?

«Sono cresciuto con il violoncello, fin dalle elementari ho capito la sua importanza nella mia vita. Ora posso, finalmente, affermare di essere sulla strada giusta, voglio continuarla con grande impegno e, spero, con un po’ di fortuna.»

Ha un sogno nel cassetto?

«Direi sono tanti e vari: quello pragmatico è ovviamente “fare carriera”, e avere l’opportunità di suonare in grandi teatri e con grandi musicisti. Ma mi piace pensare che il mio vero sogno sia quello di continuare a imparare, giorno dopo giorno, e a crescere sia come musicista che come uomo, proprio grazie alla musica. E ovviamente coltivare le amicizie che la musica mi ha donato come quelle della Società dei Concerti.»