GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Il senso di Don Antonio per la techno: “Il mio unico scopo è lodare Dio”

Inner_Spaces all’Auditorium San Fedele. "Da Milano a Parigi, il presente è sempre in debito con il passato"

Secondo da sinistra, padre Antonio Pileggi, torna con Inner_Spaces, rassegna di ‘ascolto immersivo’ e musica elettronica all’Auditorium San Fedele

Secondo da sinistra, padre Antonio Pileggi, torna con Inner_Spaces, rassegna di ‘ascolto immersivo’ e musica elettronica all’Auditorium San Fedele

Xenakis, Berio, Lang ma poi si ascolteranno anche Brian Eno, François Bayle, Marianne Amacher e Philip Glass: inizia domani “Inner_Spaces”, festival di musica elettronica nell’Auditorium San Fedele di Milano, fino al 4 dicembre. In programma Syntax Ensemble con Continuum Collage (Xenakis, Berio, Lang) e di Francesco Tristano nato nel 1981 “On Early Music” uscito nel 2022. Compositore, direttore artistico della rassegna Padre Antonio Pileggi racconta: "La musica è un’arte in divenire, che ricerca ogni volta nuove soluzioni formali, nuovi complessi sonori, ed elabora l’espressione di una poetica del presente".

Maestro, perché un festival di musica elettronica?

"Direi elettronica ma che integra ampie proposte di musica strumentale, anche del ’600 italiano e inglese come Frescobaldi, Gibbons come con il pianista Tristano. La musica elettronica alle origini era prodotta negli studi cinematografici per gli effetti sonori dei film, negli anni ’50 anche negli studi della nuova musica sperimentale. Poi è divenuta supporto di gran parte delle realizzazioni pop, rock e generi affini, negli anni ’80 con la techno. Un fenomeno per me interessante è invece l’emergere dagli anni ’90 di una produzione indipendente di musica elettronica non commerciale di buona qualità artistica, realizzata dal vivo con apparecchiature analogiche e digitali. Questo versante musicale continua, a esso il Festival Inner Spaces si interessa continuando a cercare legami con le epoche che ci precedono, il presente è sempre in debito con il passato".

Che senso ha oggi la musica elettronica?

"Non seguo la musica elettronica in senso lato, non ascolto la musica commerciale o d’intrattenimento. Ciò che mi colpisce è il fatto che, nella musica elettronica sperimentale prodotta oggi, spesso ci sia una dimensione espressiva, a volte anche lirica, come pure un aspetto narrativo e drammaturgico. Alcuni produttori riescono a comunicare qualcosa di profondo al pubblico facendolo entrare in una vera esperienza di ascolto".

Come concilia il suo essere religioso con il compositore?

"Nei rari momenti in cui mi capita di scrivere musica strumentale o vocale, l’unica motivazione che mi guida è la ricerca di un modo per lodare Dio, in quella

disposizione d’animo che animava compositori quali Bruckner e Messiaen"

Ha lavorato come musicista a Parigi. Quale differenza trova con Milano?

"Parigi era una capitale culturale dalle grandi potenzialità con istituzioni e storia monumentali. A Milano c’è grande curiosità e vivacità, questo mi sembra un aspetto essenziale".