Arriva a Milano l’opera rock postuma del Duca Bianco: da domani Lazarus di David Bowie al teatro Strehler

L’evento sarà in scena con un cast di 11 interpreti fino al 28 maggio, la regia è del direttore Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana

Un'iconica immagine di David Bowie, il Duca Bianco scomparso troppo presto qualche anno fa

Un'iconica immagine di David Bowie, il Duca Bianco scomparso troppo presto qualche anno fa

Milano – Era il 7 dicembre 2015, quando, al New York Theatre Workshop di Manhattan, andò in scena la prima rappresentazione di 'Lazarus', pezzo di 'teatro musicale' scritto da David Bowie poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh. Quella di New York fu anche l'ultima apparizione pubblica di Bowie, che sarebbe scomparso appena un mese dopo (il 10 gennaio 2016). 'Lazarus', dopo la prima nazionale al Teatro Bonci di Cesena torna in scena a Milano, al Piccolo Teatro Strehler, da domani e fino al 28 maggio prossimo. Ert/Teatro Nazionale ha ottenuto i diritti in esclusiva nazionale: la regia è del direttore di Ert Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana confrontandosi con lo stesso Walsh, di cui Malosti aveva già messo in scena due testi legati a due spettacoli di culto quali Bedbound (2001) e Disco Pigs (2005).

Nel ruolo del protagonista Newton uno dei nomi di punta della musica italiana: Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, da solista ai primi posti delle classifiche con l'album Ama il prossimo tuo come te stesso (2022), che ancora una volta dimostra la propria versatilità approdando al teatro dopo la tv, il cinema e la radio. Agnelli sarà affiancato dalla cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti. "Bowie - afferma Malosti - era un'antenna sensitiva dello spirito del tempo e delle arti, percepiva umori e atmosfera, e poi digeriva e rimescolava tutto in una sintesi geniale, direi alchemica, visto il suo interesse per questa materia, in cui l'androginia e l'energia dionisiaca fanno esplodere l'interiorità e l'identità in mille frammenti e altrettante maschere".

Prosegue il regista: "Alla luce della sua morte tendiamo a leggere tutto ciò che Bowie ha creato nei suoi ultimi anni come allegoria autobiografica, specialmente quando ci viene data una serie di indizi apparentemente ovvi come quelli che troviamo in 'Lazarus'. Ma Bowie, come sempre nelle sue creazioni e nei suoi alter ego, sta usando la persona di Newton, mobilitandola come veicolo per una serie di temi costanti che troviamo nella sua musica: l'invecchiamento, il dolore, l'isolamento, la perdita dell'amore, l'orrore del mondo e la psicosi indotta dai media. Newton è allo stesso tempo Bowie e non è Bowie".

Il ricco cast di 11 interpreti vede sul palco anche numerosi giovani attori/cantanti di talento: Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini; e 7 musicisti, tra i migliori della scena musicale italiana: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo 'Rost' Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti. Il progetto sonoro e la produzione musicale sono di Gup Alcaro, collaboratore storico di Valter Malosti. La produzione esecutiva di Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale è realizzata insieme a importanti Teatri Nazionali: Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, Teatro di Roma - Teatro Nazionale e al Lac Lugano Arte e Cultura.

Le luci sono di Cesare Accetta, le scene di Nicolas Bovey, le installazioni video di Luca Brinchi e Daniele Spanò, la cura del movimento di Marco Angelilli, la cura dei cori e le pratiche della voce di Bruno De Franceschi, i costumi di Gianluca Sbicca. Lo spettacolo è considerato 'il regalo d'addio di David Bowie al mondo'. L'artista, seppur piegato dalla malattia, con uno straordinario e commovente sforzo creativo, ha voluto lasciarci questo prezioso dono, questa navicella spaziale lanciata verso il futuro, che si può considerare, insieme all'album 'Blackstar', uscito due giorni prima della morte, il suo testamento creativo.

Bowie, a più di 50 anni dal romanzo originale 'The Man Who Fell to Earth' di Walter Tevis (lo stesso autore del libro che ha dato origine alla fortunata serie televisiva 'La regina degli scacchi / The Queen's Gambit'), e a 40 dall'omonimo film di Nicholas Roeg, che ha visto Bowie nella sua miglior prova come attore, ha scelto di riprendere in 'Lazarus' le fila dell'infelice storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra. Ha scritto insieme a Walsh un labirintico sequel de 'L'uomo che cadde sulla terra', "forse - commenta ancora Malosti - per concludere anche quel capitolo rimasto in sospeso, per liberare o liberarsi di quel personaggio.

Così come aveva fatto nel video di 'Blackstar' con l'altrettanto malinconica epopea del Major Tom di 'Space Oddity' e ancor prima con Ziggy Stardust, di cui ha inscenato la morte alla fine del tour del 1973, riponendo poi il manichino coi vestiti di Ziggy nella magnifica mostra 'David Bowie is', in una teca-sarcofago simile a quella di 'Biancaneve' o a una camera di ibernazione".

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