L'INIZIATIVA / Parole e pensieri ai tempi del coronavirus: "Ore"

Hanno scritto per noi, tra gli altri, Andrea Bocelli, Giorgio Armani, Ornella Vanoni, Giovanni Gastel, Ettore Messina e Gianni Canova

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Il drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory

Milano, 30 marzo 2020 - Una parola al giorno per trenta giorni, un mese di riflessioni e pensieri che andranno a costruire una "letteratura del ricordo". È l’invito che Massimiliano Finazzer Flory, regista e attore teatrale, lancia ai lettori in collaborazione con Il Giorno. Il drammaturgo propone una parola di stretta attualità legata al Covid-19, invitando i lettori a scrivere un breve pensiero (600-700 battute) in merito. Le riflessioni, da inviare all’indirizzo mail redazione.internet@ilgiorno.net, saranno pubblicate online e contribuiranno a costruire una memoria collettiva di com’erano la Lombardia e l’Italia ai tempi del coronavirus, accanto ai contributi che di giorno in giorno manderanno alcuni personaggi della cultura e dello spettacolo.

La parola odierna è ORE. Fino ad ora hanno scritto per noi:Giorgio Armani, Andrea Bocelli, Salvatore Veca, Ornella Vanoni, Dan Peterson, Antonella Boralevi, Quirino Principe, Gabriele Lavia, Laura Valente, Maria Rita Parsi, Gianni Canova, Gianni Quillico, Silvia Pascale, Stefano Bruno Galli, Edoardo Zanon, Fabio Scotto, Gilda Bojardi, Ico Migliore, Marconcini Alberto, Roberta Pelachin, Rosario Pavia, Ettore Messina, Giovanni Gastel, Edoardo Boncinelli, Giulia Carli, Pino Farinotti, Stefano Boldorini, Alberto Mattioli, Alberto Uva, Alessandra Miorin, Roberto Cacciapaglia, Sabrina Sigon, Angelo Argento, Anna Maria Cisint, Ilaria Guidantoni, Ivano Giulio Parasacco, Lavinia Colonna Preti, Letizia Moratti, Massimo G. Cerutti, Paolo Del Brocco, Pierluigi Biondi, Jacopo Rampini, Roberto Zecchino, Carlo Robiglio, Salvatore Carrubba, Corrado Sforza Fogliani, Giulio Giorello, Lorenzo Maggi, Alessandro Daniele, Alberto Mingardi, Monica Stefinlongo, Cesare Balbo, Elena D'Incerti, Giuseppe Mojana, Giulia Malaspina, Marco Nereo Rotelli, Michela Lucenti, Silvano Petrosino, Alessandra Marzari, Ariane, Deborah Cocco, Filippo Del Corno, Michele, Alessandro Pancotti, Maria Giulia Comolli, Franco Masanti, Alessandro Gabrielli, Girolamo Sirchia, Santo Rullo, Alessandro Daniele, Dori Ghezzi, Katia da Ros, Antonio Francesco Pollice, Maria Pia Ciaccio, Red Canzian, Cristina Veronese, Barbara Dei Rossi, Paolo Coppo, Carolina Labadini Mosti, Spartaco Rizzo, Roberta Usardi, Claudio Formisano, Roberto Rinaldi, Alberto Marconcini, Ilaria Massi, Giuseppe, studente di filosofia all'università Vita-Salute San Raffaele, Cristina Settanni, Cristina Salvador, Carmen, Alex Salmini, Eugenio Astorino Tutoli, Sofia Aloi, Lory, Cristina Barletta, Rosanna Calò, Graziano Camanzi, Raffaella, Miriam Merlo, Clara Canna, Riccardo, Fabrizio Gramigni, Luciano Vacca, Giorgio Piccaia, Giorgio Pittore.

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"Ore". Ore, al plurale, suona lieve come La danza delle ore, la prima suggestione che mi ha dato questa parola, forse per la voglia di evasione alla quale mi aggrappo. Il balletto è tratto dall’opera La Gioconda di Amilcare Ponchielli, alla quale Walt Disney si è ispirato per la sequenza nel suo cartone animato Fantasia. Eppure le ore nella vita quotidiana segnano un passare faticoso, il contare le ore che non passano come quando si dice ‘ore e ore’, più raramente raccontano un piacere prolungato. Così diverso è il suo suono al singolare ché l’ora è adesso, è l’immediatezza, l’urgenza e l’unico tempo reale, che si affretta nell’espressione ‘or ora’; o diventa un momento ufficiale, riconosciuto, simbolico, come ‘l’ora che volge il disìo ai naviganti’ o quando ‘scocca l’ora’. Ora l’ora è buia e contiamo le ore che ci separano dalla libertà. Pensiamo al come e non al quando! Non contiamo le ore, danziamole e proviamo a viverle.

Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice del Mediterraneo

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Il Tempo divora i minuti, le Ore e i giorni della nostra vita .Proprio come,nel mito, Kronos divora, uno dopo l'altro, i suoi figli e le sue figlie, quando vengono al mondo. Con ferocia inaudita. Rea, sua moglie, però, si ribellò al truce comportamento di Kronos e, quando nacque Zeus, il suo sesto figlio, per salvarlo, lo nascose. E, al suo posto, consegnò a Kronos un sasso avvolto in fasce. Kronos cadde nell'inganno, divorò il sasso e Zeus fu salvo. In seguito, sarà Zeus a detronizzare Kronos e a fargli vomitare i fratelli che egli ha divorato, quasi fossero ricordi rimossi o sensi di colpa, relegati nelle profonde viscere dell’inconscio collettivo. E Zeus, poi, diverrà il Re degli Dei. Ovvero, di un consesso di immortali con i quali  condividere il potere immenso di dare un senso ad ogni caratteristica, aspetto, comportamento della vita umana. E, con loro, si porrà a governare il mondo. Così è il sasso che si nasconde nelle “fasce-mascherine” del coronavirus che, con il suo invisibile, inarrestabile contagio, è riuscito a fermare il tempo di tutte le nostre esistenze. Ed è, forse, quello che ci costringerà a prendere atto della necessità di non accettare più ogni divorante rabbia, ogni odio, ogni insidia, ogni meschino aspetto del “Potere Distruttivo”. Quel potere che governa il mondo e viola- per la nostra paura d'essere detronizzati dall'angoscia di morte e, poi, dalla morte stessa che, proprio il fatto di essere umani, comunque, comporta ogni rispetto, ogni affetto, ogni valore. Per sentirci esentati dal limite di prendere atto della “fatica di dare un senso all’apparente non senso della vita”. E,dunque, mortali poichè la morte, alla fine, inevitabilmente, ci detronizzerà. Ma non potrà né spegnere l'amore, né scolorire il “colore del grano”. Il colore dei ricordi delle ore passate a vivere insieme,dei bisogni, dei desideri, delle aspirazioni, delle promesse, dei progetti che, come tanti Titani, abbiamo relegato nell'inconscio Tartaro dei nostri Destini. E che il coronavirus, rivelandocene il segreto, ha liberato e libera.

Prof.ssa Maria Rita Parsi, scrittrice, psicologa e psicoterapeuta

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Ore di messaggi. Siamo Italiani perché un medico e 2 ingegneri bresciani trasformano le maschere da sub in respiratori. Siamo Italiani perché la fabbrica d'armi Beretta ingegnerizza e costruisce le valvole per le maschere modificate. Siamo Italiani perché i cacciatori si organizzano e riempiono il carniere con 1 milione di euro per gli ospedali. Siamo Italiani perché l'ospedale da campo più grande dell'Europa lo costruiscono gli Alpini. Siamo Italiani perché i camici monouso li fanno Armani e Calzedonia. Siamo italiani perché i respiratori li ingegnerizza la Ferrari a Maranello. Siamo italiani perché le mascherine le fanno Gucci e Prada. Siamo italiani perché il gel disinfettante lo fanno Bulgari e Ramazzotti. Italiani perché Cracco cucina per l'ospedale di Milano. Italiani perché i governatori di Regione tracciano la via da seguire al Presidente del Consiglio. Siamo italiani perché il popolo delle partire iva è pronto a ripartire. Siamo italiani perché perché all'appello per una task force di 300 medici volontari, hanno risposto in più di 1500, e anche i medici ottantenni non si sono tirati indietro. E perché all'appello per 500 infermieri volontari, hanno risposto in 8000! Siamo italiani perché l'Europa l'hanno unita gli antichi romani, ed era solo una provincia di Roma.

Alberto

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Con animo freddo e pacato Tenere la tempesta nel cuore Eppure fare Animo all’anima Non è tempo di questo e di quello È tempo di tutto Quello che si può fare E attendere e sperare Che il nuovo giorno non sia eguale Non sia la stessa conta del destino Che chi deve venire Venga presto Ad aprire il cielo A togliere le nuvole A fare che il mare torni mare Sono trecento sono sempre trecento Alle Termopili a Sapri E ora in un posto del mondo Lombardia Ce la faremo

Eugenio Mazzarella, filosofo  e poeta

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ORE. Sono le ore del web. Ore prese dal web. Anno 2030...Nonna raccontami quando l’Italia divenne una nazione così bella! E la nonna cominciò: ....era il 2020, dieci anni fa. All’improvviso una epidemia investi tutto il mondo, proveniva dalla Cina ...ma era stata portata da altri, forse da militari americani...ma non si seppe mai la verità ! L’Italia fu colpita prima di tutti in Europa, tanti morti, tutti chiusi in casa....paura, diffidenza, gli ospedali erano pieni di gente. Durò alcune settimane....fu dura...tanto! il governo dopo un primo momento di incertezza reagì bene, con forza e coraggio. Tutti gli Italiani dettero prova di grande esempio e spirito di sacrificio. Le persone riscoprirono il valore dell’aiutarsi a vicenda. Purtroppo la chiusura delle fabbriche e di tantissimi negozi fu il vero problema che dovemmo affrontare. Una crisi spaventosa, alla quale non eravamo preparati. Chiedemmo aiuto all’Europa, all’epoca avevamo una Comunità...così si chiamava Comunità Europea. Doveva servire per fare un grande Nazione, come gli Stati Uniti. Ma altre Nazioni, come la Germania e l’Olanda....dissero che dovevamo fare da soli. Oppure dargli le nostre aziende, gli aeroporti, le autostrade, l’oro della Banca d’Italia...i nostri risparmi...ma come...dopo quello che avevano combinato, proprio loro! E allora nonna cosa accadde.....? Accadde che ci rendemmo conto che dovevamo fare da soli: il Presidente della Repubblica chiamò tutte le aziende e la Banca d’Italia emise un prestito solo per gli Italiani di 100 miliardi.... si chiamava SALVA ITALIA e doveva servire per risollevare le sorti del Paese. Successe l’incredibile... i politici rinunciarono ai loro stipendi per 6 mesi; tutti i dirigenti d’azienda fecero allora la stessa cosa......ed anche tutti coloro che potevano .....investirono la metà dei loro risparmi.....quindi le aziende sane comprarono così tanti titoli che lo Stato Italiano raccolse 300 miliardi in poche settimane. A quel punto chiamarono un grande banchiere...un certo Draghi! Con quei soldi, non solo superò la crisi del momento, ma ricomprò anche una parte del debito estero che avevamo. Diminuì le tasse per consentire di produrre a costi più bassi....Dopo 4 mesi appena, eravamo la Nazione più in forma del momento, mentre le altre ci stavano a guardare sperando che non ce la facessimo. Alcune aziende che avevano spostato le loro produzioni all’estero, come la Fiat, tornarono in Italia. A quel punto per far lavorare tutti diminuirono l’orario di lavoro così da non perdere il tempo da passare assieme alla famiglia. Il maggior fatturato consenti di ricomprare ancora i debiti che avevamo fatto negli anni passati. Eravamo così orgogliosi di essere Italiani, furono anni di grande intensità emotiva e riscoprimmo di essere un grande popolo, fortunato....perché vivevamo nel paese più bello del mondo ! Grazie Nonna ...... domani me la ripeti? È una storia così bella !!!!!

Giorgio

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Ore minuti secondi tempo lungo dilatato pensato vissuto. Finalmente analizzato nella noia positiva del giorno. Ore che viaggiano velocemente nella giornata piovosa soleggiata intraprendente. Piccole cose realizzate assaporate e gentili. Ore in casa silenziose e rumorose e assaporate tic tac tic tac tic tac segni la vita che continua in un’altra dimensione. O virus scorrono le ore di questa storia surreale che invisibile nella paura tutto regoli e disponi di me di noi identificati svelati scopriti verso l’umanità e ti vinceremo e diventerò più saggio e buono.

Giorgio Piccaia, artista

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L’uomo superbo

durante l’adolescenza chiassosa

generò in provetta sterile

un’arcana creatura

il Tempo con i suoi infiniti figli

Quale novello Prometeo

si sedette a cavalcioni su di esso

briglie tirate e scudisciate

correre correre correre

guai a perdersi per strada

Sempre quest’uomo irriverente

in età più matura e meno saggia

ruppe le barriere del suo Tempo

con magiche macchine di silicio

qui e ora là e ora subito

Fino a che il Tempo si ribellò

stufo di subire cieca tirannia

disarcionò il crudele cavallerizzo

e riprese a scorrere lento

ricreando l’alveo sacro nell’uomo

prima stupito indi addomesticato.

Stefano Boldorini

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Bussero (Mi)- 30/03/2021 (Un anno dopo) “Ore”

Mi ricordo un anno fa quando il luogo dove trascorrere le ore di una nostra normale giornata di studio o di lavoro cambiò totalmente. Non più la scuola o l’università o l’ufficio o la fabbrica o l’officina o il negozio o il centro commerciale, ma casa nostra. Così le nostre case ,che si svuotavano la mattina presto dei vari componenti della famiglia per poi riempirsi nuovamente di sera, improvvisamente si ritrovarono occupate tutto il giorno. Ci fu raccomandato di rimanere a casa, per contenere il contagio del virus “coronato”.

Tutte quelle ore passate a casa, inizialmente ci disorientarono notevolmente. Poi, piano piano, le famiglie si organizzarono ed il tempo cominciò a passare meglio. I ragazzi si riappropriarono delle loro ore di studio, attraverso le lezioni on-line dei loro professori. Gli adulti riconquistarono le loro ore di lavoro, con l’uso del “lavoro intelligente” eseguito coi loro computer o cellulari. Lo stare più ore assieme in famiglia aumentò  esponenzialmente i momenti in cui discutere, commentare e ragionare su quei fatti ,che stavano sconvolgendo il nostro modo di vivere e le nostre abitudini.

Una giornata diventava anche un fluire continuo di sentimenti contrastanti. Dalla commozione e lo sconforto per tutte le vittime della pandemia, al pessimismo per i contagiati che aumentavano, alla speranza che le drastiche misure di contenimento dessero i risultati attesi, all’ottimismo per le persone guarite che si incrementavano. Una domanda dominava quel tempo, quelle ore: quando questo incubo finirà? Ad un anno di distanza, l’ incubo è passato. E’ tornato un tempo di normalità, ma lo stiamo vivendo con meno frenesia. La scala dei nostri valori è stata un po’ rivista. La salute ed il lavoro sono tornati finalmente al centro della nostra attenzione.

Roberto Rinaldi

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