
Antonella Ruggiero
Milano, 11 novembre 2015 - Emozioni collaterali. Antonella Ruggiero porta stasera al Blue Note il programma per voce e pianoforte di Andrea Bacchetti, che è l’estensione da club del bellissimo album “Cattedrali” (Libera-Sony), repertorio religioso, non solo le Ave Maria, con Fausto Caporali all’organo. Pura suggestione verticale. Al Blue Note, invece, un songbook con i piedi per terra, dal suo canzoniere, cover, frammenti di piano solo. L’“Ave Maria” laica di Fabrizio De Andrè. Arrangiati per il duo classico popolare. Mentre domani esce l’album per voce e organo (corde ospiti), registrato in sei sedute nella Cattedrale di Cremona, in occasione del restauro dell’organo e in collaborazione con il Maestro organista residente. «Sofisticata rabdomante di melodie» mi sembra definizione emotiva perfetta perché il suo canto parte dalla tradizione inventando una dimensione libera e contemporanea. Colta, appassionata e pop (penso alla Bjiork pagana). E “Corale antico” - firmato da Daniele Fossati, Antonella e il produttore Roberto Colombo - è un ponte con una visione condivisa. Antonella Ruggiero ritorna con “Cattedrali” a un grande amore dell’infanzia: il suono dell’organo, prezioso e maestoso, scoperto da bambina nella Chiesa di Santa Maria di Castello a Genova. Un’impronta sonora indelebile. Al Blue Note con Bacchetti l’idea larga vira fra le charts italiane ed internazionali, ma parte con Fabrizio De Andrè.
di MARCO MANGIAROTTI