Milano, 23 novembre 2024 – In ansia per il tempo che passa? Non c’è problema: siete in buona compagnia. Ma lo siete comunque, anche nel caso l’età fosse l’ultimo dei vostri pensieri. Considerando che sul palco stavolta c’è Andrea Delogu. Ovvero: l’amica con cui vorresti entrare mano nella mano al Cocoricò di Riccione. Cuore romagnolo, infanzia intorno a San Patrignano, il pubblico l’ha conosciuta splendida padrona di casa dello Stracult di Marco Giusti, covo per cinefili non allineati (quanto manca). Da quel momento una stracarriera fra radio, tv, cinema, teatro. Dove stasera e domani arriva ospite del Manzoni per “40 e sto”, assolo divertito sui compleanni simbolici e altre catastrofi, diretto da Enrico Zaccheo.
Andrea, il sottotitolo recita: manuale di sopravvivenza alla maleducazione sentimentale.
“Ma il manuale si allarga alla vita, anche se nessuno tornerà a casa con chissà quale risposta. Parto da questi schemi familiari con cui siamo cresciuti, per cui a una certa età devi per forza sposarti, metter su casa, fare figli. Forse adesso è un po’ cambiato. Ma io ci ho fatto i conti. E quando sono arrivata a 37 anni con una relazione lunga alle spalle, mi è venuto naturale dire: ok, si fa”.
Ma poi?
“Quando si rompe, ti ritrovi in un mondo che non riconosci più, che si svuota di alcune cose e diventa pieno di altre. Fa anche un po’ ridere, ti sembra di dovere tornare a scuola perché non sai bene come comportarti”.
L’incontro più buffo?
“Sono andata avanti un mese e mezzo a sentirmi quattro volte al giorno con un tipo. A un certo punto ho buttato lì che avremmo anche potuto vederci per un caffè e lui mi ha sottolineato che però se ne sarebbe andato via subito dicendo: per chi mi hai preso? Non sono un uomo oggetto! L’inizio di una serie di due di picche”.
Si fa un po’ fatica a crederlo.
“Te lo assicuro. Tanti uomini bizzarri. Ma credo che alla base ci sia una certa diffidenza a incontrarsi, come se fosse più facile capirsi a distanza, ognuno nella propria comfort zone. Credo che il problema sia che non esiste più la piazzetta sotto casa dove conoscersi. E così io forse appaio fin troppo aggressiva per i tempi”.
C’è un problema col corpo?
“Sicuramente. È come se fosse tutto più delicato”.
Il lavoro invece?
“Ho un serio problema di disturbo dell’attenzione, mi annoio facilmente. Quindi ho bisogno di continui stimoli. Con la nuova trasmissione “La porta magica“ sono costretta ad andare a Torino tre volte a settimana, per ogni puntata raccontiamo quattro storie che sono anche quattro incontri. Condizione per me ideale”.
Però dà sempre l’impressione di divertirsi.
“Perché scelgo. E poi sono innamorata della televisione. Ne parlerò nello spettacolo, proiettando alcune immagini non mie, considerando che in quell’ora e mezza di me ci sarà a sufficienza”.
Cosa cambierebbe di questi 40 anni?
“Ho fatto tante stupidate ma senza quelle non avrei capito cosa mi interessa davvero. Per un certo periodo ho lavorato nelle trasmissioni sportive. Funzionavano ma non era il mio e avrei potuto evitare. Ho fallito con dignità”.
La svolta?
“Ce ne sono state tante, botte di fortuna in cui la tua professionalità viene richiesta nell’occasione che fa la differenza. Mi vengono in mente le collaborazioni con Arbore e Marco Giusti, oltre al mio debutto in prima serata”.
Per tanti rimane la padrona di casa di Stracult.
“È stato bellissimo. E chi mi ha conosciuto lì di solito mi vuole bene sul serio. Marco mi ha dato la possibilità di crescere per sei anni, un percorso fondamentale. Oggi non lo vuole più fare e senza di lui non si può proseguire. Ma a gennaio farò la reunion in radio con lui, Biggio e G-Max”.
Momento più bello?
“Questo. Poi magari a distanza scopro che ero profondamente infelice. Ma mi sembra di stare bene e ho lavorato tanto per stare sul presente, evitando ansie e attacchi di panico. Il passato ad esempio mi terrorizza”.
Ha sempre voluto fare questo mestiere?
“La tv è un grande amore fin da bambina. Il teatro una sfida imparagonabile. Poi c’è il cinema. Mi arrivano continue proposte ma ne scelgo poche. Vorrei trovare un progetto da sviluppare insieme a una squadra bellissima”.
Con Giusti di fianco per forza poi diventa selettiva.
“Mi stressa che non hai idea. Sia per una commedia che per un film serio, di qualche matto che intravede in me della tragicità. Io gli chiedo sempre consiglio, ma lui è una iena”.
Quindi progetti?
“Sopravvivere fino a maggio fra teatro, radio e tv”.
Le rimane tempo per il resto?
“Ora sono fidanzata e anche lui fa l’attore. Ci troviamo nelle vie di mezzo. E questo mi fa stare un gran bene”.