
Alfonso Signorini, nato a Milano 61 anni fa, è anche regista d’opera: qui al lavoro sulla Boheme nel 2018 a Torre del Lago
Milano – Ex-professore di materie umanistiche. Ampia esperienza nel giornalismo. Volto di rilievo dell’intrattenimento tv in Italia. Alfonso Signorini era all’hotel Principe di Savoia alla premiazione del sovrintendente Fortunato Ortombina da parte dell’associazione “Gli amici della lirica”. Sì, perché “il re del gossip” è anche un appassionato conoscitore di musica classica e regista di opere liriche. Con la sua ars oratoria ha deliziato i presenti, netta vittoria dell’intelligenza umana sulla voce robotica dell’intelligenza artificiale che, inizialmente, ha introdotto il premiato. E, con la sua retorica, si è raccontato tra ricordi, risate e considerazioni serie. Nasce nel quartiere di Affori nel 1964 da un impiegato e una casalinga; una sorella più grande, Daniela.
La sua infanzia?
“Ricordi meravigliosi. Un’infanzia semplice, riscaldata dagli affetti di una famiglia molto unita. Non c’erano sicuramente grandi mezzi, però c’era la volontà di assecondare le passioni. Mio papà mi diceva: “Guarda, io me ne andrò e tu avrai in tasca una laurea. Non avrai case, non avrai palazzi, non avrai soldi, ma una laurea”. E alla fine mi ha dato la ricchezza più grande”.
A proposito di passioni, le famiglie di oggi come si pongono nei confronti dei loro figli?
“È molto difficile oggi, perché vivono su due piani completamente dissociati: la realtà della famiglia è una cosa, la realtà che i giovani vivono è completamente un’altra”.
Virtuale?
“Esatto. E diciamo che ritornare alla realtà vera per loro è oramai impossibile. Com’è impossibile per i genitori relazionarsi con quel tipo di realtà virtuale. Quindi sono due piani di comunicazione destinati a non incrociarsi mai, i cui frutti si vedranno fra qualche anno”.
Torniamo alla sua laurea, Filologia classica all’università Cattolica di Milano. Prima di iniziare la carriera da giornalista è stato professore di latino e greco al liceo classico. Dove nasce la sua passione per l’insegnamento?
“È nata work in progress, per sbarcare il lunario. Fresco di laurea ho mandato il curriculum ovunque, dall’Enel a tutte le scuole private possibili e immaginabili. Facevo le fotocopie, all’epoca non c’erano i computer, e andavo in giro pagine gialle alla mano. Le racconto questo episodio: quando lo consegnai alle Orsoline di via Lanzone la madre, una suora molto orgogliosa, mi disse “Ah, un ottimo curriculum”. E io: “Madre mi raccomando, mi tenga presente”. E lei: “Senza fallo!” Era una scuola solamente femminile, secondo me un lapsus freudiano…”
Da ex-professore, cosa pensa della reintroduzione da parte del ministro Valditara del latino come materia opzionale alle medie nel 2026-2027?
“È giusto renderlo facoltativo a chi non è interessato, così come è giusto che sia studiato da chi apprezza questo genere di cultura, perché poi la cultura classica, in realtà, è propedeutica alla contemporaneità. Io non sarei quello che sono se non avessi un bagaglio molto approfondito. Anche nell’organizzare i miei discorsi, non ultimo quello di oggi, mi ispiro sempre alla retorica classica. Un libricino, “Rhetorica ad Herennium” di Cicerone, che ti insegna come organizzare un discorso. Valeva duemila anni fa, come oggi, non passa di moda”.
Cosa sarà del giornalismo in questa epoca digitale?
“C’è sempre spazio per l’approfondimento. Il compito del giornalismo oggi è quello di approfondire. Anche se ora si vive velocemente, c’è sempre voglia di sapere qualche cosa di più”.
E l’esperienza in tv cosa le ha insegnato?
“A dialogare con la gente, io che sono sempre molto “orso“… Oggi, infatti, erano tutti stupiti nel vedermi”.
Un programma tv che manca e bisognerebbe inventare?
“Un talk di info-entertainment molto trasversale, che alterni la politica all’intrattenimento. Un po’ quello che facevo tanti anni fa a “Kalispera”, in seconda serata su Canale 5”.
La persona che ricorda con più affetto nella sua carriera?
“Tanti. Soprattutto Raimondo e Sandra, erano una coppia che si amava molto e che mi ha anche tanto insegnato”.
E la persona che più le ha dato il mordente per raggiungere la persona che è oggi?
“Mia mamma Lucia”.
A 39 anni il coming out con Paolo Galimberti, prima una relazione con Valeria Marini.
“Paolo è la mia vita. Stiamo insieme da 23 anni, siamo una coppia più che rodata. Pur essendo molto diverso da me, perché viene da un mondo differente, quello dell’impresa, è una persona che stimo e l’amore nasce dalla stima. Valeria, vabbè… È stata un divertissement, credo che lei non se lo ricorderà neanche più. Io sì…”.
Ci regala un altro aneddoto?
“Beh, pochi lo sanno ma il “Signorini amico di Berlusconi” – è quello che dice la gente –, ”direttore potente della Mondadori”, per essere ripreso alla Mondadori faceva la posta alla sbarra; ha dovuto bloccare la macchina di Carlo Rossella, all’epoca direttore di Panorama. Ho dovuto proprio cominciare da capo, con grande umiltà, ma quando c’è la passione si impara a essere umili... ”.