
“The Mountain”
MILANO – L’interrogativo è di quelli ambiziosi: esiste la verità? Tema che agita da sempre il pensiero dell’uomo. Ma che ultimamente è al centro di una costante ridefinizione, inseguendo i rapidi sviluppi delle comunicazioni digitali. Viviamo insomma in una società dei consumi che fa i conti con quella iper-realtà su cui già ragionava Jean Baudrillard. E che pare un po’ ispirare il lavoro di Agrupación Señor Serrano, stasera e domani alle 19.30 al Teatro Out Off con “The Mountain”, all’interno del Festival Life di Zona K. Festival che (purtroppo) sta arrivando alla sua conclusione, dopo due mesi di programmazione diffusa ad indagare la contemporaneità. Fra performing arts, teatro documentale, giornalismo.
Un successo. Anche per come il confronto con il presente è stato in grado di declinarsi sia dal punto di vista artistico che da quello teorico. Ultima settimana dunque. Che si apre con questo progetto firmato da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal.
Che nell’estate del 2021 si era già incrociato all’ex Paolo Pini per Olinda. In una serata particolare, post Covid, in mezzo a un prato, tutti distanziati. Che strano pensarci. Oggi invece c’è solo da arrivare in via Mac Mahon per confrontarsi con la storica compagnia catalana, Leone d’Argento in Biennale. Qui con uno spettacolo multimediale. Raffinato. Un po’ matto.
“Fin dal titolo prendiamo a pretesto il simbolo della montagna – spiegano i Serrano – come ostacolo da scalare lungo la nostra strada, per poi in cima riuscire a osservare il mondo per quello che è. Senza ombre né riflessi. Ma spesso arrivati in alto non ritroviamo altro che dubbi e foschie. Una realtà inafferrabile. Pronta a scivolarci fra le dita. Quando non a ingannarci. La verità è quindi la cima di una montagna da coronare e basta, o piuttosto un sentiero freddo e inospitale che deve essere continuamente percorso?”.
Mosaico drammaturgico. Che mette insieme il racconto della prima spedizione sull’Everest e lo scherzo radiofonico di Orson Welles, le bizzarrie di alcuni giocatori di badminton e un sito web di fake news, una fitta neve che cade come cipria sul mondo e Vladimir Putin. In uno spazio bianco e tecnologico che ricorda i set televisivi. C’è pure un drone. Mentre si compongono strati e strati di informazioni, propaganda, dubbi. Un vociare complesso. Dove distinguere la verità è impresa eroica. Come salvarsi?