Zona rossa non attivata Dopo Conte e Speranza “assolti“ Fontana e Gallera

Il tribunale dei ministri di Brescia, che già aveva archiviato le accuse per ex premier e responsabile Welfare, fa lo stesso per i vertici lombardi.

Zona rossa non attivata  Dopo Conte e Speranza  “assolti“ Fontana e Gallera

Zona rossa non attivata Dopo Conte e Speranza “assolti“ Fontana e Gallera

Archiviate le accuse di epidemia e omicidio colposi per la gestione della pandemia Covid a carico del governatore lombardo Attilio Fontana e altri indagati. Lo ha deciso il tribunale dei ministri di Brescia, che ha mantenuto in vita (rimandando gli atti alla Procura) solo un’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio per non aver applicato il piano antinfluenzale del 2006 a carico di Silvio Brusaferro, Angelo Borrelli, Claudio D’Amario, come tecnici, e dell’ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, difeso dall’avvocato Guido Camera, e dell’ex dg Luigi Cajazzo. Per tutti gli indagati sono cadute le accuse principali, dopo l’archiviazione anche di Conte e Speranza.

Nel provvedimento di 34 pagine, i giudici hanno disposto l’archiviazione "in relazione a tutti gli indagati per insussistenza dei reati" per le accuse di epidemia e omicidio colposi contestate anche a Fontana, il quale, difeso dai legali Jacopo Pensa e Federico Papa, aveva deciso anche di farsi interrogare nelle scorse settimane. L’unica imputazione relativa alla mancata applicazione del piano pandemico antinfluenzale risalente al 2006 anche in ambito regionale vede indagati D’Amario, Brusaferro, Borrelli, Cajazzo e Gallera.

L’ "ipotesi accusatoria" nei confronti di Attilio Fontana e degli altri indagati per epidemia e omicidio colposi per la gestione della pandemia Covid nella Bergamasca - scrive il tribunale dei ministri - "non è supportata neppure dalla consulenza Crisanti e si riduce a nulla più che a una congettura priva di basi scientifiche". Le 34 pagine di motivazioni dei giudici ricalcano quelle già depositate per archiviare le accuse nei confronti di Conte e Speranza. Il professor Andrea Crisanti, consulente dei pm di Bergamo, scrive il tribunale, "ha compiuto uno studio teorico ma non è stato in grado di rispondere circa il nesso di causa tra la mancata attivazione della zona rossa e la morte di persone determinate".

E per l’accusa di epidemia colposa, i giudici fanno anche notare che, data la "natura stessa della pandemia che ha coinvolto l’intera umanità sarebbe comunque irrealistico ipotizzare che la stessa sia stata cagionata, anche solo a livello nazionale o regionale, da asserite condotte omissive".