Via libera dai giudici: Yves Saint Laurent aprirà in Galleria

Offerta record da un milione di euro di affitto all’anno

Galleria Vittorio Emanuele

Galleria Vittorio Emanuele

Milano 27, novembre 2018 - Yves Saint Laurent potrà aprire il suo store in Galleria Vittorio Emanuele, nello spazio che ha da ultimo ospitato il negozio di abbigliamento “Nara camicie”. Il Tar lombardo ha infatti bocciato i ricorsi presentati dalle società Moreschi e Luxottica, classificatesi al secondo e al terzo posto nella gara pubblica, contro l’assegnazione del locale alla concessionaria italiana della nota società francese del lusso.

Contestazioni che secondo i giudici «non appaiono fondate poiché gli elementi valutativi non si presentano manifestamente irragionevoli». Nel dettaglio, la casa di moda si è aggiudicata uno spazio di 82 metri quadrati con una offerta record di un milione di euro di affitto all’anno. Le due società si erano appellate al tribunale amministrativo regionale per chiedere che venisse annullato il bando perché, secondo loro, c’era stata una valutazione non corretta delle offerte tecniche ed economiche da parte del Comune. La contestazione sollevata in particolare da Moreschi riguardava uno dei criteri scelti dalla Giunta di Palazzo Marino e dal bando per l’assegnazione del locale, quello dell’italianità del marchio che sarebbe dovuto subentrare.

Nella delibera comunale e nei documenti di gara si sottolinea che «l’attività proposta dovrà essere altamente qualificata e, preferibilmente, dovrà far sì che il negozio costituisca una vetrina dell’eccellenza italiana. In tal modo il prodotto a marchio italiano troverà la sua massima valorizzazione in un luogo simbolo della città e parte integrante del patrimonio storico culturale italiano». Tutto ruota intorno a quel «preferibilmente», che fissa un’opzione non una regola. A decidere  della gara pubblica è stata, in sede di aggiudicazione, l’offerta economica e quel milione di euro del quale si è già detto. Luxury (la concessionaria di Yves Saint Laurent) si è infatti aggiudicata il massimo con 40 punti contro i 16 di Moreschi che pur aveva offerto 400mila euro, tre volte tanto la base d’asta. giudice queste contestazioni «non appaiono allo stato fondate, poiché tali elementi valutativi non si presentano manifestamente irragionevoli».

 

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