
Il piccolo Adam con in mano il pallone regalato dal ministro Tajani (Canella)
Milano, 11 giugno 2025 – Il piccolo Adam è in Italia. È atterrato alle 23.06 in aeroporto a Linate il volo umanitario decollato con un C-130 dell’Aeronautica militare da Gaza con a bordo il bimbo rimasto ferito in un raid isrealiano sulla sua abitazione, in cui sono morti tutti i fratellini e il papà.
Il ragazzino, giunto nel nostro Paese con la madre, la dottoressa Alaa al-Najjar, salvatasi perché era al lavoro al Nasser Medical Center quando i jet di Tel Aviv hanno sganciato le bombe sull’abitazione di famiglia.

La storia
A curare le fratture agli arti di Adam, quindi, ci penseranno i medici dell'ospedale milanese. A quelle dell'anima, semmai sia possibile, dovranno invece pensarci la madre e il personale che si occuperà da oggi del supporto psicologico all'undicenne.
I voli umanitari per l'Italia sono in realtà tre, con a bordo pazienti palestinesi tutti provenienti da Gaza, nell'ambito delle operazioni di evacuazione sanitaria e accoglienza portate avanti dal Governo italiano.
Ad accoglierli, a Milano, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha chiesto la ripresa delle operazioni di accoglienza di malati palestinesi nel nostro Paese. "Il piccolo Adam - ha detto Tajani in aeroporto - ha delle fratture e verrà ricoverato al Niguarda. Gli altri in altri ospedali italiani, tra cui il Bambin Gesù". Il ministro ha fatto dono di un pallone al bimbo, un simbolo della tragedia in corso nella Striscia.

Tajani ricorda che, nonostante le difficoltà, "l'Italia ha già accolto mille palestinesi". Il ministro si è soffermato anche sulla situazione in Medio Oriente. "Il nostro obiettivo è creare uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele. È un obiettivo difficile, ma va perseguito”, ha commentato l’esponente del governo.
Lo sforzo
Le evacuazioni sanitarie finora hanno permesso di ricoverare presso strutture sanitarie in Italia 133 bambini di Gaza. Operazioni rese possibili anche grazie al ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha reso disponibili gli assetti delle Forze Armate per organizzare i trasferimenti.

Da un anno a questa parte, sono arrivati in Italia dalla Striscia in 300, tra pazienti e accompagnatori: a seconda delle ferite e dei traumi riportati da ognuno, spiega la Protezione Civile, si è proceduto ad inviare i pazienti negli ospedali di riferimento per quel tipo di patologia specifica.
Quella che porta in Italia Adam, hanno spiegato la Farnesina e il ministero della Difesa, è la più importante operazione di evacuazione sanitaria finora sostenuta: coinvolge minori feriti e malati per un totale di 17 pazienti e 53 loro familiari accompagnatori, 70 persone in tutto.

La trattativa
L'uscita da Gaza è stata resa possibile grazie a un intenso lavoro diplomatico, che ha visto impegnate l'Ambasciata d'Italia a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme e i funzionari della Presidenza del Consiglio. Evacuazione sanitaria che è stata realizzata anche con il supporto del Meccanismo di Protezione Civile dell'Unione Europea e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, grazie alle sinergie tra Farnesina, ministero della Difesa, ministero dell'Interno e Dipartimento della Protezione Civile.
A bordo dei velivoli, a garanzia dell'assistenza medica continua, presenti unità mediche e sanitarie militari e della Croce Rossa Italiana, oltre a personale della Protezione Civile e dell'Unità di Crisi della Farnesina.
Le cure
I voli sanitari sono destinati a Milano, Verona e Pratica di Mare. Ad attendere i pazienti palestinesi, le strutture ospedaliere che hanno dato disponibilità: il Regina Margherita di Torino, gli ospedali Niguarda e Policlinico di Milano, l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, le Aziende ospedaliere universitarie di Padova e Verona, il Meyer di Firenze, l'ospedale pediatrico Apuano di Massa, l'ospedale Maggiore di Bologna, il Policlinico di Modena, gli ospedali Gemelli e Bambino Gesù di Roma.
Questa operazione rientra nel più ampio impegno del Governo italiano a sostegno della popolazione di Gaza, con l'invio di aiuti umanitari, cibo e assistenza. L'Italia, secondo fonti ministeriali, si conferma il quarto Paese al mondo - il primo fra quelli occidentali - ad aver organizzato l'evacuazione e il trasferimento in ospedali specializzati di pazienti provenienti dalla Striscia.