Vittorio Emanuele II imbrattato: perché il monumento non è ancora stato ripulito

Il 9 marzo scorso blitz a colpi di vernice arancione da parte degli attivisti di Ultima Generazione: l’operazione di lavaggio è più difficile del previsto

Il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II imbrattato dagli attivisti di Ultima Generazione

Il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II imbrattato dagli attivisti di Ultima Generazione

Milano – L’hanno imbrattato con vernice arancione lo scorso 9 marzo. Un mese dopo, è ancora sporco e lo resterà almeno fino a maggio, quando finalmente il Comune chiuderà l’appalto per installare un ponteggio e pulirlo. Insomma, il monumento in Piazza Duomo dedicato a Vittorio Emanuele II resterà imbrattato per almeno due mesi, proprio nel momento in cui Milano si aprirà al mondo per l’ormai imminente Salone del Mobile (18-23 aprile).

Tinta (quasi) indelebile

Stavolta i giovani ambientalisti di Ultima Generazione l’hanno fatta proprio grossa. Sì, perché forse i baby ecologisti pensavano di aver utilizzato una vernice facilmente lavabile, ma così non è stato. Quella vernice non è andata via con il consueto metodo di pulizia ad acqua utilizzato dagli operatori dell’Amsa.

Risultato: tempi lunghi per la ripulitura del monumento nel cuore della città e spese a carico del Comune, cioè dei milanesi, ancora da quantificare nel dettaglio. I tecnici del Comune, intanto, si sono confrontati con la Sovrintendenza, considerato che si tratta di un monumento tutelato, e dopo un sopralluogo tecnico hanno stabilito che non è possibile procedere con una pulizia ordinaria ma è necessario un team dedicato di restauratori. In altre parole, serve una gara d’appalto che ha ovviamente tempi più lunghi di una pulizia ordinaria e che dovrebbe essere aggiudicata per inizio maggio, prevedono a Palazzo Marino. Secondo i tecnici comunali, la vernice utilizzata non è in alcun modo lavabile ed è necessaria una pulizia molto accurata con ponteggi e restauratori.

I costi della pulizia

Gli ambientalisti di Ultima Generazione questa volta non possono dire di aver fatto solo un’azione simbolica e dimostrativa, priva di conseguenze sulle opere d’arte, per protestare contro "l’assoluta indifferenza del Governo per le nostre vite, che la crisi climatica distruggerà e sta già distruggendo" (le parole della loro nota dello scorso 9 marzo). La strada per ripulire il monumento a Vittorio Emanuele II è più lunga e costosa del previsto. E in Consiglio comunale si sono già levate voci dal centrodestra – Enrico Marcora (FdI) – e dal centrosinistra – Alice Arienta (Pd) – per chiedere che il Comune si costituisca parte civile in un eventuale processo contro gli imbrattatori.

Tutto ciò mentre un gruppo di senatori di FdI ha presentato una proposta di legge che prevede il carcere per gli eco-vandali e il ministero della Cultura sta studiando il modo per far pagare a chi imbratta i costi della ripulitura dei beni culturali.

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