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Violenze su quattro pazienti. Infettivologo condannato a 6 anni: "Approfittò della loro fragilità"

Per l’ex dirigente di viale Jenner è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pena superiore alla richiesta del pm. La denuncia di una ragazza: ero sbigottita, lo supplicavo di fermarsi.

Per l’ex dirigente di viale Jenner è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pena superiore alla richiesta del pm. La denuncia di una ragazza: ero sbigottita, lo supplicavo di fermarsi.

Per l’ex dirigente di viale Jenner è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pena superiore alla richiesta del pm. La denuncia di una ragazza: ero sbigottita, lo supplicavo di fermarsi.

di Andrea GianniMILANOPalpeggiamenti con il pretesto di una ispezione ai genitali, richieste "inusuali" sulle abitudini sessuali, frasi oscene e infine violenze che lasciavano le vittime sotto choc e con la paura di denunciare temendo di "non essere credute". Alcune di loro si sono confidate con le amiche, che sono state a loro volta ascoltate da investigatori e inquirenti. "La mia amica si sentiva in dovere morale di rispondere ai messaggi del sanitario nonostante il forte imbarazzo provato durante la visita – ha fatto mettere a verbale una ragazza – dal momento che aveva ricevuto assistenza medica anche in periodo feriale". Una delle vittime ha riferito ai familiari di essere rimasta "sbigottita" per le modalità della visita, un’altra ha "supplicato" il medico "di fermarsi". Episodi costati una condanna a sei anni per violenza sessuale, ai danni di quattro giovani pazienti, a Marco D’Annunzio, ex dirigente medico infettivologo del Crh-Mts di viale Jenner a Milano. Lo ha deciso ieri la gup Fiammetta Modica al termine del processo con il rito abbreviato, disponendo per lui anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e assolvendolo da due presunti casi di abusi che sarebbero stati commessi al di fuori dell’ambulatorio. Il medico, finito agli arresti domiciliari nel giugno del 2022 nell’inchiesta condotta dalla polizia e difeso dall’avvocato Andrea Soliani, ha sempre negato ogni accusa. Le pazienti, poi sentite anche con la formula dell’incidente probatorio, avevano raccontato di essersi presentate nel centro in cui lavorava D’Annunzio, specializzato in malattie a trasmissione sessuale, indebolite dai problemi di salute e lui le avrebbe spaventate e intimorite, sottoponendole a violenze fisiche e verbali che venivano giustificate come parte del suo lavoro. La pm Alessia Menegazzo aveva chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni. A far scattare le indagini era stata la denuncia di una ragazza, che per prima si era presentata in Procura. Una versione, quella messa a verbale dalle presunte vittime, che è stata poi confermata anche quando sono state riascoltate con la formula dell’incidente probatorio. Oltre alle ragazze, nel processo sono parti civili anche Regione Lombardia e l’Ats di Milano a cui l’ambulatorio in cui lavorava il medico fa capo. Nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale il medico, 45 anni, era finito agli arresti domiciliari, il gip aveva osservato come il suo "schema d’azione" fosse "rappresentato dallo sfruttamento di una situazione di particolare vulnerabilità delle pazienti, le quali si trovavano in una situazione di inquietudine legata alla personale condizione di salute". Condotte, quelle di D’Annunzio, definite "subdole e ricattatorie".